Aiuto, mi si è ristretto il partito”. Che poi a dirla tutta, non è un fisiologico dimagrimento estivo, bensì una vera caduta libera. Il 25 settembre alle elezioni politiche, il M5S aveva conservato il primato, raggiungendo il 24,3% (dato della Camera), ieri al voto regionale, il 7,09%. E dire che il candidato presidente era proprio un esponente 5 stelle, Roberto Gravina, sindaco di Campobasso, benedetto da Giuseppe Conte e da Elly Schlein, che lo hanno preferito al giornalista indipendente Domenico Iannacone.

Rinchiuso nei suoi uffici di Campo Marzio, il fu avvocato del popolo medita in silenzio. La debacle del fine settimana non è passata inosservata, ed i suoi parlamentari, o almeno quelli esclusi dal suo cerchio stretto, ironizzano. “Giuseppe ha fatto la classica prova costume, ma con la dieta ha esagerato”, sentenziano beffardi. Il Molise doveva rappresentare il ritorno in grande stile sulla scena politica romana, sia per la vicinanza alla sua Puglia, sia per gli incoraggianti risultati del passato anche recente. La ‘cazzimma’ di Giuseppi aveva imposto anche un fidanzamento moderato con Elly, incontri fugaci ma niente palco, gli abbracci riservati alle piazze romane, ‘a Campobasso teniamo un profilo basso, discreto’.

Una scelta che alla fine ha penalizzato sia il Pd (che rispetto alle elezioni politiche passa dal 18,1 al 12,2) sia soprattutto il M5S. Quello di Conte è un vero precipizio, che si verifica in ogni turno elettorale, che si voti in Lombardia o in qualsiasi altra Regione o città.

Insomma l’egocentrismo del Re Sole sembra non funzionare più per un movimento che era nato sulla base dell’uno vale uno. Che poi visti nel loro insieme, le performance di una sorta di ‘partito radicale di massa’ ha un limite naturale intorno al 20%, e Pd e M5S sfiorano esattamente quella percentuale. Ha scritto Ferdinando Adornato oggi sul Messaggero: “archiviare lo storico concetto di centrosinistra in nome di una sinistra sinistra priva di qualsivoglia riferimento a culture di centro non si è dimostrato un progetto vincente’. Al netto delle probabili sommosse in campo 5 stelle, il Pd però non demorde. Chiara Gribaudo, Brando Benifei ed Andrea Orlando in tre distinte interviste oggi lo ribadiscono. Ed allora forse hanno ragione i parlamentari di Italia Viva, Nicola Danti e Raffaella Paita: “Errare è umano, perseverare è diabolico”. Soprattutto Giuseppe Conte arriverà alla prossima ‘prova costume’?

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia