Sono durissime le parole di Madè Neumair, la sorella di Benno, il 30enne di Bolzano che ha confessato l’omicidio dei genitori, Laura Perselli e Peter Neumair, 68 e 63 anni, ex insegnanti in pensione, scomparsi nel nulla il 4 gennaio. “Non credo ad un sentimento di pentimento da parte di Benno e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime, che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non ‘l’effetto di una dissoluzione, o schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nella settimane successive al fatti’”.

La notizia della confessione è uscita ieri. La procura di Bolzano ha desegretato i verbali degli interrogatori durante i quali il 30enne ha confessato gli omicidi. Benno Neumair si trova in carcere a Bolzano. Era stato arrestato lo scorso 29 gennaio. La Procura ha fatto richiesta di incidente probatorio in merito alla sua capacità di intendere e di volere. Il corpo di Laura Perselli è stato ripescato all’Adige lo scorso 6 febbraio. Ancora nessuna conferma sulla salma di Peter Neumair. Il figlio avrebbe, secondo quanto riportato, strangolato e buttato i genitori nel fiume.

“La notizia della confessione di Benno mi ha raggiunta attraverso la stampa. Non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un’ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo dinanzi a me come un processo puramente indiziario”, ha scritto Madè Neumair in una lettera inviata dal suo avvocato Carl Bertacchi alla stampa. “L’indicibile fatto che Benno Neumair abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà la sera del 4 gennaio, per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all’accaduto, stento a credere come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mal alla luce”.

Era stata proprio lei – dottoressa, lavora a Monaco di Baviera, in Germania – a far scattare l’allarme martedì 5 gennaio. Non sentiva i genitori da troppe ore. Madè Neumair ha anche aggiunto di sentire il padre e la madre “vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina, mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto quei primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza del miei genitori scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri, poco dopo lamentandosi con me al telefono su quanto fosse nauseato irritato da tutte le ‘strane domande’, sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti e palesi menzogne”.

Una lettera da brividi, senza mezzi termini, da parte di Madè Neumair. “Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a nani nude. Credo pero ancora fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in questo momento è colmo dell’amore che sento fortemente per i miei genitori, della gratitudine nei confronti dell’Arma, degli inquirenti e dei miei legali, della vicinanza che sento per la mia famiglia da parte di un mondo intero, del bene e dalla luce che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, della vita che vuole la vita”, come diceva sempre mia mamma”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.