È stato arrestato Benno Neumair, il figlio della coppia scomparsa a Bolzano lo scorso 4 gennaio. Il 30enne è indagato per duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere. Ha passato la notte in procura, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Benno Neumair si sarebbe costituito questa notte, riporta l’Ansa, dopo aver avuto un contatto con la Procura. Si trova attualmente nel carcere in via Dante a Bolzano.
“Capiranno che io non c’entro niente”, aveva confidato ai suoi avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia. La pista che porta proprio al figlio della coppia resta però quella messa al centro dell’indagine. Movente di un presunto omicidio sarebbero delle questioni economiche con i genitori – il padre gli aveva chiesto di restituire i soldi dell’università che il figlio non aveva terminato – e una convivenza difficile con entrambi gli insegnanti in pensione.
Laura Perselli e Peter Neumair sono scoparsi nel nulla martedì 5 gennaio. A far scattare l’allarme la figlia della coppia, Madè, che vive a Monaco di Baviera, dove fa il medico. Il buco di mezz’ora nell’alibi del ragazzo resta l’elemento che più complica la posizione del ragazzo. Un’amica, indagata per favoreggiamento, ha consegnato in Procura i vestiti che indossava Benno la sera della scomparsa, quando era passato a trovarla. Vestiti lavati, sulle quali non c’erano tracce di sangue, ha spiegato. Il 30enne aveva poi portato a lavare la sua auto di famiglia dopo la scomparsa dei genitori, in un auto-lavaggio. All’interno dell’abitacolo un flacone di acqua ossigenata da 800 ml. L’intervento delle forze dell’ordine ha impedito che l’auto venisse lavata. I Ris di Parma avevano trovato sulla vettura tracce ematiche. Tracce di sangue, di anche sul Ponte di Vadena. L’ipotesi è che la coppia sia stata uccisa e poi buttata nel fiume.
A tirare il freno su tutte le voci, le indiscrezioni, il processo mediatico, la sorella della donna scomparsa, Carla Perselli: “Sono stati giorni difficilissimi e adesso è arrivata questa ulteriore mazzata della svolta delle indagini – aveva detto al Corriere della Sera – Per noi è stato un colpo durissimo che ci ha messo ko. Siamo stanchi, provati e sfiniti. Non è nemmeno corretto trattare un indagato come se fosse colpevole: ci vuole più calma e giudizio. Anche per aiutare la verità. Ora abbiamo bisogno di recuperare e non intendiamo mettere in piazza il nostro stato d’animo”.
© Riproduzione riservata