La scomparsa di Laura Perselli e Peter Neumair
Giallo di Bolzano, sequestrati telefono e pc di Benno Neumair: l’ipotesi dell’avvelenamento
Sono stati sequestrati tutti i dispositivi informatici di Benno Neumair, 30 anni, figlio della coppia di ex insegnanti in pensione scomparsa nel nulla a inizio gennaio a Bolzano. E sul caso avanza anche l’ipotesi dell’avvelenamento – poco più di un’ipotesi al momento. Peter Neumair e Laura Perselli, 63 e 68 anni, sono scomparsi martedì 5 gennaio. Forse un incidente, probabilmente un’aggressione, si diceva, e invece i procuratori Igor Secco e Federica Iovane hanno iscritto nel registro degli indagati per duplice omicidio volontario e occultamento di cadaveri il figlio della coppia. I due potrebbero essere stati uccisi e quindi gettati nel fiume nei pressi del Ponte di Vadena. Il 30enne continua a dichiararsi innocente.
Il caso è ancora un rompicapo. Si procede per piccole scoperte e rivelazioni dei media. Il movente avanzato dai giornali fa riferimento a questioni economiche: il padre avrebbe chiesto al figlio di restituirgli i soldi dell’università, che Benno aveva abbandonato senza terminare. Al momento il 30enne lavorava da supplente alla scuola von Aufschnaiter. I genitori avrebbero anche voluto che il figlio si trasferisse in un piccolo appartamento sfitto nei pressi della loro abitazione. Il 30enne preferiva però restare in famiglia nonostante, a quanto pare, la convivenza fosse diventata molto difficile negli ultimi tempi. L’alloggio è stato sequestrato insieme con la casa della famiglia. Probabilmente è quello il luogo del delitto, riportava il Corriere della Sera. La coppia aveva le chiavi dell’appartamento nei pressi della loro residenza.
I RITROVAMENTI – Si pensa di caricare i cani molecolari sui canotti per controllare tutto il fiume Adige, che non è stato comunque mai scandagliato così a fondo. Nei pressi del ponte di Vadena sono state ritrovate delle macchie di sangue di Peter Neumair. Il telefono cellulare di Benno, la sera della scomparsa, è risultato spento e poi il segnale è riapparso a pochi chilometri da quel ponte. Questi i dettagli che hanno portato i procuratori a indagare il 20enne. Dal fiume intanto è emerso un piumino blu che potrebbe essere appartenuto al Peter Naumair, ma non ci sono conferme.
IL VELENO – Una pista emersa nelle ultime ore, e riportata dal Corriere della Sera, è quella del veleno. Benno Neumair aveva studiato Scienze motorie a Innsbruck e aveva discrete conoscenze di biologia. Potrebbe aver usato ingredienti acquistati in rete o prodotti presenti in casa. Sequestrati intanto tutti i dispositivi informatici presenti nell’appartamento della coppia. È atteso per oggi intanto l’esame delle analisi dei Ris sulla Volvo di famiglia. Sulla portiera sinistra erano emerse delle tracce di sangue, forse legate alla ferita che ha Benno sulla mano. Il 30enne ha parlato di una caduta dalla bicicletta. Gli investigatori non escludono una colluttazione con le vittime. Si cercherà di capire anche se l’auto non è stata pulita dopo la scomparsa degli ex insegnanti: il ragazzo è stato fermato infatti dai carabinieri nei pressi di un lavaggio prima che pulisse l’auto. All’interno della vettura un flacone di acqua ossigenata da 800 ml.
LA FIGLIA – “Voglio assolutamente sapere la verità su come sono andate le cose quella sera, qualunque sia la verità”, ha detto Madé, sorella di Benno, l’altra figlia dei coniugi scomparsi. Era stata lei la prima a far scattar l’allarme martedì 5 gennaio. Madé Naumair lavora a Monaco di Baviera. Non sentiva i genitori da molte ore e quindi si è insospettita. “Sono addolorata all’idea di aver perso la mia mamma e il mio papà, a 26 anni, in un momento in cui condividevo con loro la mia vita ogni giorno”, ha detto al quotidiano Alto Adige. “I miei genitori erano una coppia felice, siamo cresciuti come una famiglia unita. Una famiglia che ora non c’è più”.
LA DIFESA – Il legale di Benno Neumair Massimo Polo ha fatto sapere che il suo assistito non è preoccupato dall’inchiesta, “perché non ha nulla da nascondere”. L’altro legale Flavio Moccia ha comunicato il “totale silenzio stampa”. Massima prudenza invece da parte di Carla Perselli, sorella di Laura, la prima a denunciare la scomparsa della coppia insieme con la nipote Madè. “Sono stati giorni difficilissimi e adesso è arrivata questa ulteriore mazzata della svolta delle indagini – ha detto al Corriere – Per noi è stato un colpo durissimo che ci ha messo ko. Siamo stanchi, provati e sfiniti. Non è nemmeno corretto trattare un indagato come se fosse colpevole: ci vuole più calma e giudizio. Anche per aiutare la verità. Ora abbiamo bisogno di recuperare e non intendiamo mettere in piazza il nostro stato d’animo”.
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