Il caso degli ex insegnanti
Giallo di Bolzano, spuntano i vestiti di Benno Neumair: un’amica li consegna alla Procura
Altra svolta nel giallo di Bolzano, quello dei due insegnanti scomparsi nel nulla da martedì 5 gennaio. Un’amica del figlio della coppia, Benno Neumair, indagato per duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha consegnato alla Procura i vestiti che quest’ultimo indossava la sera della scomparsa.
A riferirlo sono i quotidiani Alto Adige e il Corriere dell’Alto Adige. La giovane donna è residente a Ora. La sera della scomparsa, a quanto ricostruito, il 30enne è andato a trovarla. Appena arrivato Benno Neumair si è fatto una doccia e lei, ha raccontato la donna, per fargli una cortesia ha messo i vestiti in lavatrice e poi li ha riposti in un armadio. La mattina dopo il 30enne ha indossato altri vestiti che si era portato da casa. I capi consegnati sono una t-shirt, una felpa, un paio di pantaloni e un paio di calzini. Il Ris analizzerà il materiale.
L’amica, che Benno Neumair frequenterebbe da un paio di mesi, ha comunque riferito che non erano sporchi e non avevano macchie di sangue prima che li lavasse. La donna ora è indagata per favoreggiamento. Un atto dovuto, scrivono i giornali locali, mentre il suo legale Federico Fava spiega che se la sua assistita non li aveva mostrati durante la perquisizione del suo appartamento è stato “perché non le erano stati chiesti e lei in quel frangente non aveva preso l’iniziativa di consegnarli”.
Il nuovo elemento – ancora da stabilire se sarà dirimente ai fini dell’indagine – è arrivato mentre proseguono le ricerche nella diga di Mori dei corpi dei Laura Perselli e Peter Neumair, 68 anni e 63 anni, spariti nel nulla lo scorso martedì 5 gennaio, quando è scattato l’allarme. La figlia Madè, che vive a Monaco di Baviera dove fa il medico, si era insospettita, non sentendo i genitori dal giorno prima. Le ricerche non hanno dato risultati. Le ipotesi prese in considerazione in un primo momento erano un incidente o un’aggressione. Esclusa da subito la pista del gesto estremo o del viaggio all’estero. Poi l’ipotesi, la principale, sulla quale si indaga: il duplice omicidio, i corpi buttati nel fiume.
Il movente ipotizzato e rilanciato dai media è quello dei problemi economici, degli attriti tra genitori e figlio. Il padre avrebbe chiesto a Benno Neumair di restituire i soldi degli studi all’università, che il 30enne non ha portato a termine. E una convivenza sempre più difficile tra i tre. A indirizzare gli investigatori le macchie di sangue di Peter Neumair nei pressi del ponte di Vadena; il telefono spento e poi riapparso a pochi chilometri dal ponte del figlio, la sera della scomparsa; il ritrovamento di un piumino blu forse appartenuto all’uomo scomparso; il figlio fermato quando aveva portato l’auto a un autolavaggio. Avanzata perfino un’ipotesi di avvelenamento. Sequestrata la casa, i device della famiglia e la stessa auto di famiglia, sulla cui portiera sinistra sono state ritrovate delle macchie di sangue.
Benno Neumair – che ha riferito di essersi ferito cadendo dalla bicicletta – si proclama estraneo ai fatti, innocente, ed è tranquillo secondo i suoi difensori che intanto hanno indetto il silenzio stampa. A tirare il freno su tutte le voci la sorella della donna scomparsa, Carla Perselli: “Sono stati giorni difficilissimi e adesso è arrivata questa ulteriore mazzata della svolta delle indagini – ha detto al Corriere della Sera – Per noi è stato un colpo durissimo che ci ha messo ko. Siamo stanchi, provati e sfiniti. Non è nemmeno corretto trattare un indagato come se fosse colpevole: ci vuole più calma e giudizio. Anche per aiutare la verità. Ora abbiamo bisogno di recuperare e non intendiamo mettere in piazza il nostro stato d’animo”.
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