La visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è in Calabria, l’occasione è la Festa del Lavoro del primo maggio. Ma nel suo intervento, il capo dello Stato con il suo tradizionale stile ha voluto ricordare la sua posizione su un tema che negli ultimi è stato al centro delle cronache, la disabilità. Colpa del generale Roberto Vannacci e delle sue dichiarazioni ambigue sulle classi separate per disabili.

Mattarella sulla disabilità bacchetta Vannacci

Dalla Calabria, Mattarella ha ricordato che perdurano “le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l’ha. Gli indicatori positivi della congiuntura devono incoraggiarci a proseguire con intelligenza nel senso di una crescita economica fondata su equità e coesione”. Difficile non vederci un riferimento alle polemiche scaturite dalle frasi di Vannacci. Inoltre, il messaggio del presidente della Repubblica sarà risuonato anche nelle orecchie della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli, esponente della stessa Lega che candida alle elezioni europee il generale Vannacci.

Mattarella sulle divisioni tra Nord e Sud

Mattarella nel suo intervento ha sottolineato l’esigenza di superare le divisioni all’interno del territorio italiano. “Lo sviluppo della Repubblica ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno. È appena il caso di sottolineare come una crescita equilibrata e di qualità del Sud d’Italia assicuri grande beneficio all’intero territorio nazionale”, ha detto il capo dello Stato, che ha aggiunto: “Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri”. Parole che da parte del pubblico presente sono state accolte con un forte applauso.

Mattarella, il lavoro e le morti bianche

Poi il passaggio sul lavoro: “Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Il lavoro non è una merce”. “Ha un valore nel mercato dei beni e degli scambi. Anzi, ne è elemento essenziale perché senza l’apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità” ha detto.

Non poteva mancare l’ammonimento sulle morti bianche: “Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse è inaccettabile”.

Redazione

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