Il discorso al Csm
Mattarella scarica Nordio e difende il partito dei Pm
Il Presidente Mattarella ieri ha presieduto l’ultima riunione di un Csm che sicuramente è stato il peggiore Csm della storia repubblicana. Travolto dagli scandali, dalla faziosità, dalle satrapie, dalle correnti, dalla totale assenza di indipendenza e dal trionfo dell’omertà corporativa. Basta dire che su 16 magistrati che ne facevano parte, più di un terzo era stato costretto alle dimissioni perché travolto dagli scandali, e un altro terzo aveva evitato le dimissioni, con arroganza, pur travolto da analoghi scandali. E poi le nomine abusive, le raccomandazioni, i dossier nascosti, le autoassoluzioni. Una vera e propria vergogna per le istituzioni e per la democrazia.
Il Presidente Mattarella, nel discorso di commiato, ha preferito tacere su tutto ciò. E cioè sul fatto che questo Csm ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che la magistratura non è in grado di autogovernarsi, e che l’autogoverno produce solo sopraffazioni e rischio per i cittadini. Non solo il Presidente Mattarella ha preferito tacere su tutto ciò. Ma l’unico accenno che ha fatto ai problemi della magistratura italiana è stato quello sulla necessità di difendere l’autonomia della magistratura. Autonomia? Ma come è possibile parlare di autonomia quando addirittura negli ultimi mesi abbiamo assistito al passaggio diretto di alcuni altissimi magistrati dal proprio incarico a un seggio in Parlamento col partito dei 5 Stelle? Autonomia da cosa? Diciamolo: autonomia dal diritto.
Forse la cosa più grave è che questo discorso di Mattarella è stato tenuto nei giorni nei quali il partito dei Pm e i suoi giornali (in particolare Il Fatto e Repubblica) hanno scagliato attacchi feroci contro il ministro della Giustizia, colpevole di aver parlato di riforme e di avere manifestato l’intenzione di riportare in Italia lo Stato di diritto. In queste condizioni voi pensate che sia possibile riformare la giustizia?
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