Sono ormai irreversibili le condizioni di salute del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro (61 anni), ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale de L’Aquila. Sospesa l’alimentazione, staccate le macchine, Messina Denaro sta affrontando gli ultimi spiragli della sua esistenza.

Al suo fianco, la madre ultraottantenne, giunta per vegliarlo da Castelvetrano. Il boss è ricoverato da oltre un mese nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Stanato dopo una latitanza trentennale a metà gennaio del 2023 mentre era in una clinica privata di Palermo per sottoporsi all’ennesima chemioterapia. Affetto da un tumore al colon, le condizioni dell’ultimo padrino della mafia stragista, si sarebbero aggravate nelle ultime settimane e qualche giorno fa ha iniziato la terapia del dolore e la nutrizione parentelare per il sostegno fisico.

Frattanto, come emerge da un articolo pubblicato da “la Repubblica”, il boss avrebbe dettato le sue ultime volontà per le esequie, nel consueto stile che gli è proprio, con un pizzino.

Le ultime volontà di Matteo Messina Denaro, infatti, sono in un pizzino di qualche anno fa, che aveva pure firmato. “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell`odio e nel peccato“, scriveva. Sono stati i carabinieri del Ros a ritrovare l’annotazione in mezzo a tante altre nel covo dì Campobello di Mazara, il giorno dell`arresto, il 16 gennaio.

E ora che il padrino è in fin di vita, quelle parole sulle sue esequie ritornano di grande attualità. “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime, non saranno questi a rifiutare le mie esequie“, scriveva il boss quando ancora non sapeva di essere malato.

Il dettaglio inquietante è che quelle righe furono scritte nei giorni del maggio 2013 in cui la Chiesa proclamava beato don Pino Puglisì, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia, e ribadiva la scomunica ai mafiosi. Per questo, negando di volere per se stesso un funerale, Messina Denaro voleva essere lui per primo a rifiutare l’ultimo conforto della Chiesa.

Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno. Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono”, annotava ancora il boss. “Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità“: queste le ultime parole del boss sul tema.

Redazione

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