Balneari, obiettivo concessioni fino 2027
Meloni lancia il democristiano Fitto, ammonisce Salvini e Tajani e studia la manovra: sforbiciate da 10 miliardi ma assegno unico “salvo”
Meloni scopre le carte: il ministro è stato indicato come commissario Ue. La presidente riunisce gli alleati ed estrae il cartellino giallo: niente fughe in avanti. Taglio del cuneo fiscale e balneari sono i prossimi scogli
E alla fine è finalmente uscito il nome di Raffaele Fitto, il prossimo commissario europeo che rappresenterà l’Italia. Un nome blindato da settimane (nessun vero concorrente lo ha insidiato) ma che la presidente del Consiglio ha tenuto sospeso per alzare il “prezzo” con la presidente Ursula von der Leyen. Una specie di “nascondino” finalizzato ad aumentare il monte premi. Ora si aspetta la certezza sulla delega assegnata (e soprattutto sulla vicepresidenza esecutiva che l’Italia rivendica) per chiudere il primo tempo della partita tra Palazzo Chigi e l’Ue. Lo dice apertamente la premier al termine del Consiglio dei ministri: “Ovviamente continuiamo a lavorare sul ruolo che chiediamo venga affidato all’Italia nella Commissione e, nonostante veda molti italiani che tifano contro un ruolo adeguato alla nostra nazione, non ho motivo di credere che quel ruolo non verrà riconosciuto”.
Fitto, democristiano di vecchio conio, buoni rapporti con tutti
Da Bruxelles raccontano di una Ursula von der Leyen che sarebbe ancora indecisa tra assegnare quattro vicepresidenze esecutive (a Francia, Spagna, Italia e Polonia) oppure nessuna. Nel primo caso Giorgia Meloni potrebbe, a buona ragione, esultare per essere tornata in gara e anche per aver strappato un buon ingaggio (Paolo Gentiloni aveva la sola delega agli Affari economici). Anche perché la scelta di Meloni ricade sul candidato migliore in assoluto: il mite ministro pugliese, democristiano di vecchio conio, ha buoni rapporti con tutti, a Bruxelles come in Transatlantico. Difficile trovare un parlamentare, anche della minoranza, che ne parli male. Questa volta il Pd non potrà chiamare in ballo soliti “cognati”, Marco Travaglio sarà impossibilitato ad aggiornare il file sui “famigli”. Per dire che la presidente del Consiglio guadagna un punto a suo favore, motivo che rende ancora più incomprensibile la “copertura” agostana. Al tempo stesso la “freddezza” di Elly Schlein stavolta sembra non particolarmente azzeccata. “Aspettiamo di sapere quale sarà il portafoglio che gli sarà assegnato come candidato commissario per fare ulteriori valutazioni”, scrive il Nazareno in una nota ufficiale.
Il vertice e la ramanzina ai due segretari
Per il resto la ricreazione della maggioranza è finita, ora arrivano i compiti in classe. Prima del Consiglio dei ministri, infatti, la “maestra” aveva convocato a rapporto tutti gli alleati: i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Non un incontro per chiedere delle rispettive vacanze, ma una ramanzina vera e propria. Per i due discoli, certamente, i segretari di Lega e Forza Italia, che hanno passato l’estate a mettersi le dita negli occhi. Una tempesta, in un bicchiere d’acqua, concorda ora il titolare della Farnesina, “serva a ricordare a tutti che ci siamo anche noi, che siamo a tutti gli effetti la seconda forza di maggioranza”.
Balneari, obiettivo concessioni fino 2027
Comunque sia ora è il momento di serrare le fila. Dalla riunione esce il titolo: “Abbiamo rinnovato il patto di coalizione”. Intanto c’è da chiudere l’annoso contenzioso con l’Europa sui balneari limitando i danni, ha informato la presidente. Gli uffici stanno limando la proposta che è già sui tavoli di Bruxelles: le concessioni resterebbero valide fino al settembre del 2027, ma le gare dovrebbero essere indette entro il 30 giugno dello stesso anno, via libera ai risarcimenti, ma con più paletti del previsto per ammorbidire la posizione della controparte. L’importante, spiega Meloni rivolgendosi a Salvini, è che nessuno soffi sul fuoco e faccia fughe in avanti. Un ammonimento che vale tanto più sulla manovra: bisogna conciliare il macigno del debito pubblico con la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro.
La sforbiciata e l’assegno unico
Poi c’è il Piano strutturale di Bilancio che – per la prima volta – il Mef dovrà buttar giù, prevedendo una “sforbiciata” del disavanzo strutturale di almeno lo 0,5% annuo per i prossimi 7 anni: numeri alla mano, si tratta di circa 10 miliardi l’anno. Risorse da generare attraverso una strategia di rientro dal deficit in grado di convincere Bruxelles circa le buone intenzioni di Roma. Un’impresa certo non semplice, in cui sarà utilissimo proprio il commissario Fitto. Anche sulla recente polemica sul taglio dell’assegno unico, la leader di Fratelli d’Italia respinge le illazioni: “Se c’è qualcuno che vorrebbe farlo saltare, non è certo questo governo di centrodestra ma qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione”. Insomma, Giorgia è tornata: “Andiamo avanti senza paura, ci giudicheranno italiani”. Temerarietà, sprezzo del pericolo o calcolo strategico?
© Riproduzione riservata