Giorgia Meloni sceglie Malika Ayane. “Non è spocchia, ma necessità di sorprenderti, di decidere”. Elly Schlein riscopre un classico del passato, Orietta Berti. “Finché la barca va, tu non remare”. Stesso genere interpretato dal suo nuovo inseparabile compagno di alleanza, Matteo Renzi, che va sull’usato sicuro, Gianni Morandi. “Ritornerò in ginocchio da te”. Non è una riedizione di Sanremo sotto l’ombrellone, ma il sommario in breve della giornata politica.

Il Cdm di oggi: tra Fitto commissario e montagne russe

La presidente del Consiglio oggi, per fortuna, decide in Cdm e si chiarisce sulle grane agostane con i suoi vice: Matteo Salvini e Antonio Tajani. Dopo settimane di fibrillazione, il ministro Raffaele Fitto sarà il prossimo commissario europeo per l’Italia. Purtroppo è anche l’unica notizia certa da Palazzo Chigi: d’ora in avanti saranno montagne russe. Intanto Fitto otterrà la vicepresidenza esecutiva, magari con la spinta di Manfred Weber? Lo vedremo nelle prossime settimane, ma alcuni analisti di cose europee restano scettici: Francia e Germania sono ostili. Le energie poi saranno interamente dedicate alla prima vera Legge di Bilancio senza sconti, dell’era Fratelli d’Italia. Con qualche difficoltà in più del solito: il Patto di Stabilità impone nuove scadenze come (il 20 settembre) il Piano strutturale di bilancio (Psb), che avrà una validità di 5 anni.

Manovra, la stretta di Giorgetti

Giorgia Meloni dovrà anche sedare una rivolta in corso dei suoi ministri per la stretta richiesta dal titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in vista della manovra. C’è da augurarsi che la leader di Fratelli d’Italia abbia fatto il pieno di relax alla masseria Beneficio, ne avrà bisogno per arrivare alla fine dell’anno. Parola d’ordine della destra: chi si ferma è perduto.

Pd in versione Orietta Berti

Indubbiamente più rilassata Elly Schlein, che è ricomparsa alla Festa dell’Unità (con affondo contro il taglio dell’assegno unico) in Toscana. Il Pd, in versione Orietta Berti, non muove “foglia”, aspetta gli eventi. Nel frattempo si adagia sul referendum più lontano dalla sua tradizione (l’autonomia differenziata), abbandona Andrea Orlando all’autogrill (ma pare che andranno a riprenderlo), si fa superare da Forza Italia persino sull’ius scholae e non commenta in alcun modo le stramberie americane di Giuseppe Conte. La strategia del Nazareno non è destinata a cambiare: stare fermi sembra essere più conveniente.

Anche sulla politica internazionale, illuminante la selezione dei temi sull’intervento dell’attuale mister Pesc, Josep Borrell. Il Nazareno coglie l’incitamento per il cessate il fuoco a Gaza, lasciando il solo Filippo Sensi attaccare Antonio Tajani su Kiev: “Mi vergogno della risposta italiana all’invito di Borrell sulla difesa dell’Ucraina”.

Il bacio della “pantofola” di Renzi

Unico tornante prima della fine dell’anno: Genova. La Regione in cui il campo largo rischia di più nel voto in autunno è sicuramente la Liguria, che potrebbe annullare un’eventuale vittoria nelle altre due. Il problema “Renzi” sarà risolto, con una (finta) abiura di Marco Bucci e con una lista no name. Insomma, più innominabili che Margherita 2.0. Parola d’ordine del Nazareno: dolce far niente. Per il candidato del campo largo in Liguria invece: rischio mortale. Già il leader di Italia Viva è fresco di un’esibizione alla Festa dell’Unità di Pesaro, insieme all’ex sindaco ed attuale eurodeputato Matteo Ricci, che ha fatto da sparring partner.

Un Renzi inedito, che ha “scoperto” grandi cose: l’unità dei democratici a stelle e strisce sotto le elezioni e il ritorno imperioso del bipolarismo. Come da programma, l’ex rottamatore si è esibito magistralmente nel bacio della “pantofola”. Il canovaccio è il solito: “genio e sregolatezza”, in 12 mesi esatti è passato dal lancio di un nuovo centro all’improvvisa svolta a sinistra. Parola d’ordine: Houdini, il fiorentino conferma di essere il più abile illusionista presente sul mercato.