Ha appoggiato la campagna pro vaccino di Papa Francesco ed è stato il primo vescovo nella Chiesa a proibire ai sacerdoti non vaccinati di distribuire la comunione. Per questo monsignor Giacomo Cirulli, vescovo della diocesi casertana di Teano-Calvi con una laurea in medicina presso l’Università Federico II di Napoli nel lontano 1981, è stato minacciato da “leoni da tastiera”.

Cirulli ha rivelato in una intervista al quotidiano L’Avvenire che nei giorni scorsi ha ricevuto la visita della Digos, che sta indagando sugli autori delle minacce rivolte nei confronti del vescovo.

La stretta per i sacerdoti no vax

Minacce arrivate dopo la decisione formalizzata lo scorso 8 gennaio di vietare “attività pastorale, catechistica e formativa in presenza” ai sacerdoti non vaccinati. In un decreto il vescovo aveva infatti proibito “la distribuzione dell’eucarestia da parte di sacerdoti, diaconi, religiosi e laici non vaccinati”, disponendo contestualmente la sospensione, a partire dal 9 gennaio, e fino a nuova comunicazione, “di ogni attività pastorale, catechistica e formativa in presenza”.

Una scelta netta che monsignor Cirulli ha preso guardando in particolare “alla situazione pandemica Covid-19 in costante e grave peggioramento”. Dal vescovo anche l’invito a “rispettare e a far rispettare rigorosamente le norme di profilassi e igienizzazione per il contenimento della pandemia all’interno delle nostre chiese e nei locali di pertinenza”, ricordando che “durante la celebrazione le ostie sull’altare devono essere tenute rigorosamente coperte nei previsti vasi sacri”.

Una decisione avvenuta ricordando le parole di Papa Franceso sul vaccino: “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto d’amore. E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto d’amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.

Le minacce

Una decisione che non ha fatto piacere all’universo no vax della diocesi di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo, che monsignor Cirulli guida rispettivamente dal 2017 e  dal 2021.

“Si sono scatenati i cosiddetti “leoni da tastiera” che mi hanno riempito di insulti e minacce”, spiega il vescovo al quotidiano della Cei. Così lo scorso sabato, 16 gennaio, monsignor Cirulli ha ricevuto la visita della Digos: “Sono venuti a trovarmi, non su mia richiesta, alcuni ispettori della Digos che stanno attenzionando la vicenda”.

Un problema, quello della resistenza no vax all’interno del corpo ecclesiale, che secondo il vescovo casertano “dovremo affrontare con più decisione, come vescovi e come Conferenza episcopale. Molte volte ho l’impressione che ci sia uno “scisma” in atto. Mi colpisce come tra i cristiani che frequentano le parrocchie e anche nel clero su questo tema si arrivi ad attaccare in maniera violenta persino il Papa. Ora se la sono presi con me”.

Un fenomeno che non è affatto marginale, spiega Cirulli: “Si tende a minimizzare il problema, ma poi sul territorio si scopre che non è una questione così minuscola. Da quello che ho potuto capire si tratta di persone tra loro collegate che appartengono ad un certo mondo tradizionalista che si vuole mettere in contrapposizione al magistero della Chiesa e a quello di papa Francesco in particolare. Sulla questione vaccini. Ma non solo”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia