Dalle esplosioni nel mar Baltico del gasdotto Nord Stream al missile lanciato dalla Corea del Nord che ha sorvolato il Giappone prima di schiantarsi nell’oceano Pacifico dopo un viaggio di oltre 4500 chilometri durato 23 minuti.

Nuova minaccia del dittatore coreano Kim Jong-un che negli ultimi dieci giorni ha lanciato ben cinque missili, uno dei quali oggi, martedì 4 ottobre, ha sorvolato il territorio del Giappone. Un episodio del genere non accadeva dal 2017.

Panico nel territorio nipponico dove nelle prefetture di Hokkaido e Aomori sono suonate le sirene per invitare la popolazione a trovare rifugio. “Lancio di missili, lancio di missili. Si prega di trovare riparo” si ascoltava dagli altoparlanti presenti nelle città. Anche alcuni treni sono stati sospesi per la durata del sorvolo e Sapporo si è fermata brevemente la metropolitana.

Per gli esperti il missile potrebbe essere un Irbm Hwasong-12, un missile balistico a raggio intermedio che la Corea del Nord svelò nel 2017 come parte del suo piano per colpire l’isola di Guam. E’ stato già testato diverse volte in passato, l’ultima lo scorso mese di gennaio 2022.

Il siluro è stato lanciato alle 7.23 (ora locale) da Muphyong-ri, nella provincia di Jagang, nel nord-ovest del Paese, è atterrato nell’Oceano Pacifico ventitré minuti più tardi, volando per circa 4.500 chilometri a un’altitudine massima rilevata di 970 chilometri. “Il più lungo raggio d’azione mai dimostrato da un test missilistico nordcoreano”, sostiene Ankit Panda, senior fellow del Carnegie Endowment for International Peace.

Il primo ministro di Tokyo, Fumio Kishida, ha definito il gesto voluto dal dittatore coreano “un atto violento”. Scontato invece l’annuncio degli Stati Uniti che consulteranno i loro alleati assicurando una “robusta risposta”. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol parla di “sconsiderate provocazioni nucleari”. “Aggressione ingiustificata e palese violazione del diritto internazionale”, twitta il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Contatti telefonici tra i ministri degli Esteri: lo statunitense Antony Blinken, il giapponese Yoshimasa Hayashi e il sudcoreano Park Jin.

I ministri degli Esteri di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno condannato fermamente l’ultimo lancio da parte della Corea del Nord di un missile balistico a raggio intermedio. A riportarlo è l’agenzia sudcoreana Yonhap, riferendo di contatti telefonici intercorsi tra lo statunitense Antony Blinken, il giapponese Yoshimasa Hayashi e il sudcoreano Park Jin.

Park e Blinken – secondo Seul – hanno condiviso l’opinione che il lancio sia una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, una “grave provocazione” e una seria minaccia per la pace e la stabilità.

“Le due parti (Usa e Corea del Sud, ndr) hanno concordato di rafforzare la cooperazione nella risposta ai test missilistici del Nord, inclusa una nuova risoluzione delle Nazioni Unite contro Pyongyang, e di rafforzare la cooperazione trilaterale con il Giappone”, ha affermato il ministero sudcoreano in un comunicato stampa. Park ha anche parlato al telefono con il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi “condannando fermamente il lancio del missile”, ha affermato il suo ufficio in un altro comunicato. Park e Hayashi – vi si legge – hanno sottolineato che le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord rafforzeranno solo la cooperazione in materia di sicurezza nella regione e, al di fuori della regione, anche tra Seul, Washington e Tokyo, che hanno concordato di intensificare la cooperazione trilaterale per contrastare le minacce di Pyongyang. L’esercito sudcoreano ha riferito che il razzo ha sorvolato il Giappone per circa 4.500 chilometri prima di schiantarsi nell’Oceano Pacifico. Si e’ trattato – ricorda Yonhap – del quinto test missilistico del Nord in poco piu’ di una settimana.

Redazione

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