Il discorso dell'annessione
Russia per sempre, Putin riconosce le Regioni dei referendum in Ucraina: “Pronti a trattare”. Ma Zelensky dice no: “Mai con lui presidente”
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato gli accordi per l’annessione dei territori ucraini occupati di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Plebiscitario il consenso ottenuto dai referendum indetti dagli occupanti filorussi nelle Regioni dell’est dell’Ucraina, consultazioni riconosciute anche da Mosca, dallo stesso Putin nel messaggio televisivo con il quale aveva annunciato anche la mobilitazione parziale di 300mila riservisti per la guerra. È un passaggio cruciale del conflitto e degli equilibri internazionali: Putin è stato chiaro sulle Regioni, l’annessione è una “scelta fatta”, i cittadini sono diventati “nostri”, si può tornare al tavolo dei negoziati ma ormai l’annessione non può essere messa in discussione. Quelle parti di Ucraina sono “Russia per sempre”.
Il presidente ha firmato i trattati alla presenza dei leader separatisti di questi territori, che hanno siglato a loro volta i documenti. E ha tenuto un lungo discorso, un messaggio alla Russia e agli interlocutori internazionali, zeppo di attacchi all’Occidente come al solito. Degni di nota i passaggi su: il sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2, l’apertura ai negoziati con Kiev, il “terzo sesso” inaccettabile per Mosca. Sulla fine della guerra, l’apertura dei tavoli dei negoziati Putin ha detto che Mosca “è pronta a tornare ai negoziati per la pace con Kiev, ma con un punto fermo: i territori annessi restano alla Russia. Proponiamo di tornare al tavolo dei negoziati ma non metteremo in discussione la scelta fatta dalla gente che la Russia non tradirà”.
L’annessione ha vinto – secondo i dati del Cremlino – con il 99 per cento dei voti a Donetsk, con il 98 a Luhansk, con il 93 a Zaporizhzhia e con l’87 per cento a Kherson. Le consultazioni non sono state ritenute legittime né valide dalla comunità internazionale e soprattutto dall’Occidente, proprio come quella che si era tenuta in Crimea dopo l’occupazione militare della penisola. Durante i giorni del voto – da venerdì 23 settembre a martedì 27 settembre – erano circolate sui social e sui media di tutto il mondo foto e video con le persone costrette davanti a soldati armati, con urne trasparenti, e con buona parte della popolazione fuggita a causa delle ostilità. Nessun organismo internazionale riconosciuto ha monitorato il voto.
I referendum
“Sono convinto che l’Assemblea federale sosterrà le leggi costituzionali sull’adozione e la formazione di quattro nuove regioni in Russia, quattro nuovi soggetti della Federazione Russa, poiché è volontà di milioni di persone”, ha dichiarato il presidente russo nel suo discorso. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov è scoppiato in lacrime durante il discorso di Putin secondo Ria Novosti. “Le persone nel Donbass sono state oggetto di genocidio e bombardamenti – ha aggiunto il presidente – La battaglia alla quale il destino e la Storia ci hanno chiamato è la battaglia per il nostro popolo, per il futuro della Russia. La verità è con noi, la Russia è con noi”. Riconoscendo come parte della Federazione quelle Regioni, Putin ha trasformato almeno in quell’area la guerra da invasione in operazione difensiva che potrebbe esercitare con ogni mezzo a sua disposizione.
L’adesione delle quattro regioni “è una scelta delle persone che ci abitano” in nome di “un legame spirituale che ci siamo trasmessi di generazione in generazione. È rimasto un amore per la Russia, un sentimento che nessuno può mettere in discussione”. Infatti “hanno votato in favore dei referendum, del nostro futuro comune, gli anziani ma anche coloro che sono nati dopo il crollo dell’Urss. Dopo il crollo dell’Unione sovietica l’Occidente ha deciso che il mondo dovesse sottostare ai suoi diktat, ma la Russia è rinata dopo gli anni ‘90, ha ripreso il suo posto degno nel mondo”.
Il sabotaggio del Nord Stream
Il presidente russo Putin ha definito le esplosioni lungo il gasdotto Nord Stream “un sabotaggio degli anglosassoni” e ha affermato che queste azioni stanno distruggendo “l’infrastruttura energetica paneuropea. Le sanzioni non bastano agli anglosassoni, sono passati a sabotaggi incredibili, ma questo è un dato di fatto, avendo organizzato esplosioni sulle linee internazionali del gasdotto Nord Stream, che corre lungo il fondo del Mar Baltico Bisogna domandarsi chi è che trae veramente vantaggio dal danneggiamento avvenuto per un attacco diretto contro il gasdotto Nord Stream”.
L’egemonia dell’Occidente
Soliti attacchi all’Occidente da parte di Putin nel suo discorso: ha agitato una “guerra ibrida” contro la Russia, la russofobia come razzismo, ha denunciato l’intenzione di rendere la Russia una colonia. “Non vogliono farci vivere come una società libera ma sotto il loro controllo”. Quello dell’Occidente “è un delirio, un inganno vero e proprio, con doppi e tripli standard. Con tutte queste regole false la Russia non ha intenzione di vivere. La russofobia dell’Occidente non è altro che razzismo”. L’Europa “cede” alle richieste Usa di nuove sanzioni contro la Russia. “Molti politici obbediscono, docilmente, la conseguenza è la de-industrializzazione”.
“Gli Stati Uniti sono l’unico paese al mondo che ha usato armi nucleari due volte, distruggendo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Hanno creato un precedente. All’Occidente non serve la Russia, a noi sì”. Il sogno del blocco antagonista è quello di “frantumare la Russia in staterelli che combattono l’uno contro l’altro. Vogliono trasformarci in una loro colonia, defraudarci del petrolio e delle altre risorse, trarre i loro vantaggi per riuscire a essere egemoni. La vera ragione di questa guerra ibrida dell’Occidente contro la Russia è la loro volontà di mantenere il potere”.
“Gli Stati Uniti stanno cercando di prendere tutto con sfacciataggine e ricatti, mentendo incautamente come Goebbels. Washington chiede sempre più sanzioni contro la Russia e la maggior parte dei politici europei è umilmente d’accordo. Capiscono chiaramente che gli Stati Uniti, spingendo contro il completo rifiuto dell’Ue delle forniture energetiche russe e di altre risorse, stanno praticamente portando alla deindustrializzazione dell’Europa, per ripulire completamente il mercato europeo”.
“Oramai l’Unione sovietica non esiste più, e al passato non si torna e non serve alla Russia. Non è a questo a cui aspiriamo”. Putin ha sottolineato come non ci sia “nulla di più forte” della volontà dei popoli “di tornare alla propria vera patria. Nel 1991 si è deciso di far crollare l’Urss senza chiedere l’opinione del popolo, cosa che ha creato ferite nella nostra società e portato il Paese al limite della catastrofe nazionale. Quando l’ultimo leader dell’Unione Sovietica – ha aggiunto senza citare il nome di Mikhail Gorbaciov, deceduto da poco, ndr – ha deciso di distruggere il nostro grande Paese, ha messo il popolo di fronte al fatto compiuto, anche se bisogna ammettere che non capivano allora cosa stavano facendo e le conseguenze”.
Terzo sesso
Passaggio da sottolineare anche quello sul “terzo sesso” definito “inaccettabile” da Putin. Putin ha parlato contro l’evoluzione dei costumi, ha parlato di “cultura russa” contro il “satanismo”. E quindi: “Vogliamo che in Russia ci siano il genitore 1 e il genitore 2 invece di mamma e papà? Siamo completamente impazziti?”.
La risposta di Zelensky
Al ‘proclama’ in diretta televisiva di Putin non poteva non rispondere la sua controparte in questi sette mesi di guerra e tensioni internazionali. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che non ci sarà alcun negoziato tra Ucraina e Russia finché Vladimir Putin sarà capo di stato, in risposta alla “apertura” al tavolo negoziale del numero uno del Cremlino.
Zelensky si è detto “pronto per un dialogo” con la Russia ma attualmente, con Putin al Cremlino, sarebbe “impossibile“. “L’Ucraina era e rimane leader negli sforzi di negoziazione. È stato il nostro Stato che ha sempre offerto alla Russia di raggiungere un accordo di convivenza a condizioni eque, oneste, dignitose. È ovvio che questo è impossibile con questo presidente russo. Non sa cosa siano la dignità e l’onestà. Siamo quindi pronti per un dialogo con la Russia, ma con un altro presidente“, ha dichiarato Zelensky.
“L’intero territorio del nostro Paese sarà liberato dal nemico, il nemico non solo dell’Ucraina, ma della vita stessa, dell’umanità, della legge e della verità“. Mosca, è l’accusa del presidente ucraino, “cerca di rubare qualcosa che non le appartiene, vuole riscrivere la storia e ridisegnare i confini con omicidi, abusi, ricatti e bugie. L’Ucraina non lo permetterà“. Quindi l’avvertimento ai paesi confinanti: “Se non la fermiamo, la Russia non si fermerà ai nostri confini. Altri sarebbero sotto attacco: Stati baltici, Polonia, Moldova e Georgia, Kazakistan…“.
Non solo. Il numero uno di Kiev ha anche annunciato che l’Ucraina chiederà formalmente una adesione accelerata alla Nato. “Adottiamo una misura decisiva firmando la candidatura dell’Ucraina in vista di una adesione accelerata alla Nato“, ha affermato Zelensky nel video diffuso sui suoi social media pochi minuti dopo che la Russia ha formalizzato l’annessione di quattro regioni ucraine dopo i referendum farsa.
Сьогодні з Президентом @ZelenskyyUa та Спікером @r_stefanchuk підписали заявку на вступ України в #НАТО за пришвидшеною процедурою. Україна стоїть на захисті демократії, принципів свободи й усього цивілізованого світу. #Україна довела, що є гідним та надійним союзником. pic.twitter.com/A5XNggxKVd
— Denys Shmyhal (@Denys_Shmyhal) September 30, 2022
“Di fatto abbiamo già dimostrato il rispetto degli standard dell’Alleanza – spiega Zelenskynel filmato-. Sono reali per l’Ucraina, reali sul campo di battaglia e in tutti gli aspetti della nostra interazione. Ci fidiamo l’uno dell’altro, ci aiutiamo l’un l’altro e ci proteggiamo: ecco cos’è un’Alleanza“.
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