Un mese dopo le querele di Angelica Schiatti per gli atti persecutori (a cui si aggiunge la diffamazione) subiti dal suo ex compagno Morgan, il cantautore torna a parlare. Lo fa in un’intervista al Corriere della Sera: “Non sono io quello lì, devo raccontare chi sono, la stampa mi deforma”. Al momento il tribunale di Lecco ho ha rinviato a giudizio per stalking e diffamazione, ma non per revenge porn e il tentato sequestro di persona a opera di «siciliani».  “Con Angelica Schiatti siamo stati insieme tre mesi, ma sono stati otto anni di affinità elettive in cui ci scrivevamo 500 messaggi al giorno. Ci siamo frequentati prima come una coppia, poi da amici del cuore e anche da amanti. Un costante scambio artistico, intellettuale, emotivo. Ci amavamo”.

La relazione con Angelica Schiatti: “Lasciamo i nostri compagni e ci mettiamo insieme”

Una relazione – a detta di Morgan – bella anche dal punto di vista artistico: “Le parole si traducevano in testi, era la mia musa. Eravamo l’uno il punto di riferimento dell’altro”. A giugno del 2019, come noto, Morgan viene sfrattato (Asia Argento aveva ottenuto dal tribunale di Monza il pignoramento della casa), poi “a novembre decidiamo di metterci insieme e lasciamo i nostri rispettivi compagni, io mollo Alessandra Cataldo da cui aspettavo una bambina, e abbiamo deciso di sposarci. A febbraio 2020 chiedo la sua mano”.

Il problema di tossicodipendenza e la Tms

“Avevo un problema serio di tossicodipendenza – continua – ,Angelica mi diceva: lo risolviamo insieme, poi ci sposiamo e facciamo una famiglia. Ho fatto una cura al cervello, la Tms dal professor Luigi Gallimberti, quasi un elettroshock, ma mi ha mollato sotto gli elettrodi e non l’ho più vista. Ero all’ospedale, sotto le onde magnetiche, sentivo come se una mano mi toccasse il cervello dentro nella testa. Ero diventato ipersensibile. Quando sono uscito mi ha bloccato su WhatsApp, ma fino al giorno prima ci parlavamo ogni secondo. Si è trasformata di colpo. Volevo capire perché si era trasformata in nemica da un giorno all’altro”. In Angelica qualche crepa si era creata: “non voglio passare per sfasciafamiglie”, diceva. “Aveva bisogno di costruire una figura solo negativa e di fare il no contact. Ma poi ho scoperto che mentre io ero in ospedale lei era all’Elba col suo ex”. Poi i brutti messaggi: “Li ho mandati in quel contesto”. Ha pensato al suicidio: “Era una richiesta di aiuto”. Morgan lo chiama “il messaggio dolente”, da cui, poi trae almeno venti canzoni: “Lei l’ha preso come un ricatto, perché veniva fuori che mi ha lasciato nel momento peggiore”.

Gli atti persecutori

Ora Morgan le chiede scusa: “Ho detto cose orribili, ero fuori di me”. Ma sull’ipotesi di tentato rapimento, in realtà più simile ad un pedinamento, Morgan precisa: “Ho conosciuto un ragazzo che mi disse ‘la conosco, le parlo io'”. Segue una serie di commenti ai messaggi inviati a cui è difficile dare una spiegazione, se non quella della rabbia, della delusione e del malessere, ma che restano di contenuto altamente grave. L’avvocato di Schiatti chiede il divieto di avvicinamento: “Non ne capisco il motivo – dice Morgan – Sono tre anni che non cerco Angelica, non faccio nulla, non dico nulla”.

Morgan: “Ho perso tutto”

In attesa del giudizio tante le conseguenze lavorative: “Avevo firmato il contratto con Warner ed ero felice, da dodici anni, cercavo un contratto con una major. Mi è stato stracciato, mi è stato tolto tutto. Il disco, un libro che doveva uscire, il programma Rai, i concerti. Con Warner, Calcutta ha detto o me o lui, e loro mi ha stracciato il contratto. L’ho denunciato, cosa che non si dovrebbe tra cantautori. Io credo nel dialogo”.

Redazione

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