Il naufragio di Cutro poteva essere evitato. È il grido di dolore e denuncia da parte di alcuni sopravvissuti della tragedia, avvenuta un anno fa, il 26 febbraio 2023. Per Nigeena Mamozai e Adiba Ander “il governo italiano sapeva della presenza della nostra barca. Abbiamo visto un elicottero circa sette ore prima del naufragio. Per questo adesso vogliamo denunciare lo Stato italiano”.

Naufragio Cutro, la denuncia dei sopravvissuti

Nigeena Mamozai, 24enne afghana, è sopravvissuta insieme alla cognata Adiba Ander, 20 anni, al naufragio avvenuto davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro. Quello in cui sono stati 94 i migranti morti. In occasione delle giornate organizzate dalla Rete ’26 febbraio’, le due donne sono tornate dalla Germania a Crotone. La prima iniziativa è stata questa mattina allo stadio Ezio Scida: una partita di calcio con alcuni familiari delle vittime.

“Abbiamo visto un elicottero circa sette ore prima del naufragio. Lo hanno visto anche altri sopravvissuti. Era un elicottero, era di notte. Non era un aereo” ha ribadito Mamozai. L’elicottero avrebbe sorvolato la zona dove si trovava il Summer Love, il caicco con a bordo i migranti. Mentre dopo sarebbe arrivato l’aereo di Frontex. “Abbiamo sentito anche il rumore. L’accoglienza che avete fatto a Crotone è stata favolosa, ma noi vogliamo dal governo italiano giustizia e verità ed il ricongiungimento familiare. Domani non sarà facile per noi. Quando sono arrivata non ho dormito. Non so se riuscirò ad andare sulla spiaggia. È molto pesante” ha detto.

Cutro, la richiesta al governo italiano e tedesco

Anche un altro afghano sopravvissuto, Whalidi, ha confermato di aver visto l’elicottero: “Il naufragio poteva essere evitato. Quando eravamo in mezzo al mare abbiamo visto tante volte un elicottero ma non ci hanno aiutato”. Poi la richiesta: “Ai governi italiano, tedesco ed europeo chiediamo di fare in modo di aprire dei corridoi umanitari per far arrivare qui le nostre famiglie che sono in Afganistan. Solo così qualcosa potrà cambiare in meglio nella nostra vita”.

“Siamo mentalmente devastati. Da un anno provo tanto dolore per quello che è accaduto. Ho perso moglie e due figli nel naufragio. Sono rimasto solo con il mio unico figlio sopravvissuto e come me ci sono tante altre persone. Psicologicamente è difficile: pensiamo troppo a quello che è accaduto. Continuo ad avere paura, mentalmente siamo rovinati. Sono tornato qui per rispetto di tutte le vittime. Lunedì sulla spiaggia ricorderò quel giorno quando ho visto tanti bambini e donne morte. Pregherò per loro” ha aggiunto il sopravvissuto.

Redazione

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