Ma è Napoli o Milano? Se lo sono chiesti in questi giorni i cittadini partenopei che, al risveglio la mattina, hanno potuto “osservare” la loro città nella morsa della nebbia. Uno scenario che solitamente è più comune nel capoluogo lombardo, dove però a causa delle temperature sempre più elevate sta lentamente calando. 

Per capire se si tratta di una inversione di tendenza e se bisognerà aspettarsi ancora e con più frequenza questo fenomeno, Il Riformista ha intervistato il professore Giorgio Budillon, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie e ordinario di Meteorologia presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope.

Perché in questi giorni c’è una fitta nebbia a Napoli?

La nebbia di questi giorni è dovuta alla presenza di una estesa zona di alta pressione con valori insolitamente alti per questo periodo. La presenza di alta pressione, o dell’anticiclone in termini più tecnici, determina un indebolimento dei venti, specie nelle zone centrali. L’anticiclone infatti non è sempre un sinonimo di bel tempo, la sua presenza produce spesso delle “inversioni termiche”, ovvero temperatura più fredda al suolo e più calda in quota, che favorisce il ristagno dell’aria e quindi la formazioni di nebbie e soprattutto condizioni di qualità dell’aria peggiori in quanto è inibito il ricambio e tutti gli inquinanti immessi dalle attività umane rimangono negli strati bassi dell’atmosfera, dove viviamo e respiriamo.

È un fenomeno che interessa solo la città?

No, al contrario è un fenomeno generale che deriva dal ristagno di aria ed è molto evidente in diverse regioni italiane da nord a sud, soprattutto in presenza di condizioni orografiche particolari, come pianure e valli. Devo dire però che a causa dell’inversione termica che si registra in questi giorni, in montagna si registrano temperature elevate, anche 10° oltre la media oltre i 1000 metri di quota, e risplende il sole.

Quanti giorni ancora durerà?

L’anticiclone (alta pressione) ha ormai raggiunto la sua fase di piena maturazione per cui nei prossimi giorni inizierà a far sentire di meno la sua presenza, per metà della settimana prossima le temperature caleranno e anche i venti inizieranno a soffiare favorendo il dissiparsi delle nebbie e soprattutto il ricambio con un miglioramento della qualità dell’aria. Tutto ciò anche a causa di una perturbazione che arriverà dal nord Europa. Presso il Centro Meteo dell’Università Parthenope seguiamo quotidianamente l’andamento delle condizioni meteorologiche e forniamo previsioni per i prossimi giorni. Una attività per la quale abbiamo costituito una sorta di task-force che contribuisce anche alla formazione dei nostri studenti che vogliono intraprendere la carriera di meteorologo.

A che ora inizia al mattino e a che ora finisce? E perché?
Le nebbie iniziano con il raffreddamento notturno e solo con il sorgere del sole l’aumento delle temperature riesce a farle diradare in quanto aumenta la temperatura di condensazione.

Una nebbia simile a Napoli non c’è mai stata ma in città come Milano è un’abitudine tanto da essere quasi proverbiale. Cosa è cambiato? È un segnale connesso all’inquinamento?

Sono fenomeni ricorrenti, non frequenti a Napoli, e dipendono dalle condizioni meteorologiche a grande scala (scala sinottica). Nei centri urbani come Milano o Londra le nebbie sono ormai meno frequenti a causa dell’innalzamento delle temperature e soprattutto per la presenza delle cosiddette “isole di calore urbana” dovuto ai riscaldamenti domestici e in generale alle attività antropiche.

Dopo settimane di pioggia e freddo può essere interpretato come un buon segno per una primavera che arriva prima, più calda, un’estate più calda,…cosa ci possiamo aspettare per i prossimi mesi?

Le previsioni stagionali non hanno ancora quel grado di affidabilità delle previsioni meteorologiche, si parla del 20-30%, molto meno che lanciare una monetina scommettendo su testa e croce. Le previsioni del centro meteorologico Europeo non mostrano particolari anomalie per i prossimi mesi rispetto alle medie stagionali.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.