Due misure
Nessun MeToo per le donne israeliane stuprate da Hamas
Neppure una piazza è stata riempita da movimenti femministi per le donne israeliane a cui sono state spezzate le gambe e il bacino dalla violenza degli stupri subiti.
Tutte le violenze sono uguali eppure alcune sono meno uguali delle altre, avrebbe detto Orwell nel suo celebre libro “La fattoria degli animali”. E senz’altro, come racconta in un editoriale ieri su Repubblica Tamar Herzig, docente di storia alla Tel Aviv University, le violenze sessuali compiute da Hamas sulle donne israeliane rientrano nella categoria di quelle meno uguali. Tanto da non meritare neppure la condanna delle Nazioni Unite. Già, perché abbiamo visto movimenti femministi dar vita al MeToo e organizzare campagne di stampa per difendere il corpo delle donne, spesso giustamente, talvolta, come in alcuni casi celebri, ingiustamente, visto che poi sono arrivate le assoluzioni. Abbiamo sentito questi movimenti denunciare una società densa di patriarcato, li abbiamo visti battersi per i sacrosanti diritti e pure per i meno sacrosanti se pur legittimi desideri. Neppure una piazza però è stata riempita da questi signori per le donne israeliane a cui sono state spezzate le gambe e il bacino dalla violenza degli stupri subiti. Nessun picchetto per la donna ebrea a cui è stato tagliato il seno. Nessun hashtag e nessuna scarpetta rossa per quei corpi violati, massacrati e torturati.
Scriviamolo ancora, perché sia chiaro: stupri così violenti da rompere le ossa. Sangue che cola dalla vagina. Seni mutilati. E scriviamo anche i colpevoli, di nuovo, perché sia chiaro: gli stupratori sono i terroristi di Hamas. Scriviamo anche la nazionalità e la religione delle vittime: israeliane, ebree. Ripetiamolo ancora, gridandolo: i terroristi di Hamas hanno barbaramente stuprato donne israeliane. Tanti influencer, tanti politici, hanno promosso la proposta di legge sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole italiane. Nessun reel e nessuna campagna per le donne israeliane.
Sospetto che educare affettivamente i terroristi di Hamas non sia proprio semplice, come sospetto che le idee di questi signori a Gaza costerebbero e costano la vita. Non a caso, è bellissima l’immagine del soldato israeliano che pianta la bandiera LGBT a terra. Perché è Israele, la democrazia che difende ogni tipo di amore. Sotto Hamas si viene lapidati e uccisi per questo. Si badi bene: nessuno vuol mettere in scena un orribile classifica del dolore, della violenza. Il femminicidio e gli stupri sono crimini devastanti allo stesso modo. Ci si chiede soltanto perché certe vittime non meritino l’attenzione della sinistra liberal di tutto il mondo: dall’ala liberal dei dem americani agli spagnoli di Sumar, partito di governo, nessuna denuncia è arrivata per difendere queste donne. In Italia, Francia, Germania, lo stesso. Nel migliore dei casi si è scelto il silenzio, come hanno fatto alcuni deputati italiani celebri per le loro battaglie per i diritti. In altri casi, si è scelto di esprimersi direttamente con posizioni ambigue e filo Hamas, come ha fatto Yolanda Diaz, l’alleata di Sanchez. Come ha fatto la dem Americana Alexandra Ocasio Cortez.
In certi mondi è forse poco conveniente prendere le parti di Israele, anche se si tratterebbe di prendere le parti di donne torturate? È perché queste donne sono ebree e sono occidentali, quindi colpevoli anche se vittime? Un fatto è certo. A una certa sinistra non interessa difenderle. Anzi, interessa che le voci che denunciano siano basse, flebili. Perché quelle voci li mettono davanti alla loro immensa contraddizione: rimproverano ai conservatori, ai liberali, ai moderati di essere disattenti ai diritti. Fascisti. Complici del patriarcato. E poi, prendono le parti di chi stupra e uccide e viola ogni giorno i diritti delle donne. È un cortocircuito ideologico fortissimo. E allora per quelle donne dobbiamo parlare noi, noi occidentali fieri di appartenere a una cultura di libertà, democrazia e difesa dei diritti. Non solo di quelli che ci piacciono. Gridiamo forte il sostegno a quelle vittime, perché il frastuono della propaganda di Hamas sta oscurando quell’orrore. Gridiamo forte e non sussurriamo il nostro sostegno a Israele, una democrazia imperfetta forse, ma una democrazia.
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