Aumentano i suicidi, e le carceri restano sovraffollate. Ma quella dell’amnistia, secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio resta una strada non percorribile. Lo ha ricordato oggi ospite del convegno ‘Senza dignità’ organizzato dall’Università Roma Tre, in cui parlando della liberazione anticipata l’ha definita come una “Sorta di resa da parte dello Stato”. Annunciando il mese di Maggio come cruciale per la riforma della giustizia, Nordio ha etichettato lo ‘svuota-carceri’ come un messaggio non educativo: “È come se lo Stato si arrendesse ad una situazione di inevitabilità”.

Il focus si sposta anche sul futuro dei detenuti: “Liberare persone che non abbiano trovato un lavoro o non l’abbiano imparato – continua Nordio – significa un pannicello caldo che dopo ripropone i problemi”.

Il piano

Tra le soluzioni prospettate dal ministro per contrastare il sovraffollamento delle carceri c’è l’eliminare la carcerazione preventiva e il far scontare la pena in comunità a detenuti che abbiano un breve residuo e ai tossicodipendenti. “Abbiamo molte comunità che si sono dichiarate disponibili ad accogliere sia chi è nella fase finale di esecuzione della pena – precisa – sia tossicodipendenti che sono persone malate, Su questo stiamo lavorando molto. Infine si deve intervenire su chi è condannato per reati minori ed è sulla via dell’estinzione dell’esecuzione della pena”.

La critica dei radicali

Stupore da parte dei radicali. Maurizio Turco e Irene Testa segretario e Tesoriere del Partito Radicale riferiscono che: “Sentire il ministro definire l’amnistia un fallimento dello Stato, sostenendo che l’opinione pubblica non sarebbe in grado di capire ci lascia esterrefatti”. I due esponenti ricordano come in passato “Nordio condividesse questo provvedimento”, e ridefiniscono l’amnistia come un “provvedimento tecnico giuridico di buon Governo, di riforma strutturale, non a caso previsto in Costituzione che serve principalmente ai magistrati”, nonché come “Il primo passo per affrontare la crisi della giustizia e l’emergenza del sovraffollamento delle carceri”.

Unione Camere Penali: “È un fallimento della politica”

Parla di ‘fallimento della politica, che con il carcere non ha mai avuto un buon rapporto’ Francesco Petrelli, presidente dell’Unione delle Camere penali, intervenuto in un convegno all’Università di Roma Tre. “Quando fa comodo il carcere – deve continuare a essere una discarica sociale, un luogo di emarginazione dove nascondere sotto il tappeto il disagio, dove rinchiudere il male gettando via la chiave”. E ancora: “Sento dire che la liberazione anticipata di una quota di detenuti meritevoli a cui mancano pochi mesi al fine pena costituirebbe una resa dello Stato, invece – conclude con un interrogativo –  i 33 suicidi in carcere avvenuti nei primi mesi di quest’anno come potrebbero essere qualificati?”.

Redazione

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