Improvviso dietrofront della Nuova Zelanda sulla messa al bando del fumo. Il cambio di governo del 2023 ha comportato una serie di novità per il Paese oceanico, la più eclatante da un punto di vista mediatico – che non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica internazionale – è la retromarcia sulla decisione del precedente esecutivo di attuare restrizioni nei confronti dei fumatori. Il fumo è attualmente la prima causa di morti prevenibili tra i neozelandesi, ma fare cassa con il tabacco secondo il neopresidente conservatore Chris Hipkins resta necessario per recuperare le coperture finanziarie e abbassare le imposte sui redditi.

Dal primo divieto al dietrofront

Era passata alla storia come la svolta di Auckland, quando mesi fa l’ex presidente laburista Jacinda Ardern aveva proclamato forti restrizioni per i fumatori. Il punto più importante del disegno di legge consisteva nella proibizione dell’acquisto di sigarette per tutti i nati dal 2008 in poi.

Al giorno d’oggi la Ardern non è più presidente né leader del partito laburista. L’ascesa di Hipkins, invece, continua: è in carica dallo scorso 25 gennaio, con le sue decisioni politiche sta ridimensionando il ruolo storico della Ardern, rendendola emblema di un passato da superare e dimenticare e punta a massimizzare il consenso con un massiccio taglio delle tasse.

Così la sua Nuova Zelanda, che prima è stata il primo paese in assoluto ad aver messo al bando il fumo, fa ora marcia indietro permettendolo senza restrizioni, e frenando dunque le discussioni internazionali a cui lei stessa aveva dato il via. Da una morale all’altra: la svolta di Auckland avrebbe potuto essere l’inizio di una nuova frontiera salutista, non resterà che illusione.

Redazione

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