Il metodo
Nuovo caso Giuli, gli spoiler di Report e lo sguazzo dei voyeuristi. Ora il ministro è isolato
La sensazione, amara e sconcertante, è che il caso Francesco Spano sia solo alle prime battute. Il mondo della destra non vedeva l’ora di liberarsi di una figura considerata ingombrante a causa della sua omosessualità; la galassia della sinistra – sempre puntuale nel pontificare a difesa della causa Lgbt – si rintana in un imbarazzante silenzio. Mentre la politica è impegnata a dare il peggio di sé, Sigfrido Ranucci non rinuncia allo sghignazzo e si diverte a dare altri piccoli spoiler. Il giornalista fa sapere che nella puntata di Report che andrà in onda domenica «c’è un altro caso» che riguarda Alessandro Giuli. Dunque ci sarebbe altro materiale pronto a uscire dopo le dimissioni del capo di gabinetto del ministero della Cultura. Ovviamente i voyeuristi ci sguazzano. «Noi abbiamo solamente anticipato una parte dell’inchiesta. Credo che siano state decisioni prese, sì, sulla base dell’anticipazione del servizio ma non a causa del servizio. Probabilmente c’è stata una relazione temprale ma noi abbiamo altre cose da dire. Diciamo che dopo quello che mostreremo, forse qualcuno che non ama tanto Giuli dentro Fratelli d’Italia può trarre forza», rincara Ranucci.
Il titolare della Cultura, invece, è tranquillo e assicura: «È ampiamente sopravvalutato tutto il legittimo chiacchiericcio mediatico, ma vi assicuro che non c’è nessun caso Giuli». E smentisce presunte spaccature sul suo conto all’interno del centrodestra: «C’è un rapporto di concordia e di volontà di andare avanti, con forza, condivisione e serenità».
Giuli isolato
Intanto nei palazzi romani si rincorrono le voci su Giuli isolato e ormai in rotta di collisione con Giovanbattista Fazzolari. Ma lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio nega tutto: «Ricostruzioni del tutto inventate. Ci conosciamo da più di trent’anni. È una persona che stimo e della quale appezzo la grande professionalità». Così come il meloniano Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera, getta acqua sul fuoco sulla notizia dell’acceso scontro con Antonella Giuli (sorella del ministro): «È un’ottima professionista, con cui ho storici rapporti di stima. Le ricostruzioni sono completamente infondate».
I malumori
Da Fratelli d’Italia assicurano che la posizione di Giuli non è a rischio. Tradotto: non sarà certo questa vicenda a farlo muovere dal ministero. Ma non si possono nascondere alcuni malumori nel partito di Giorgia Meloni: c’è chi fin da subito non ha gradito la decisione di affidarsi a Spano, già in passato oggetto di critiche dai Pro Vita. Ma si precisa che l’omofobia «non c’entra nulla». E serpeggia un sentimento: gli attacchi del centrosinistra al Mic sono il segnale della paura di perdere il monopolio della cultura.
Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, parla di «cecchinaggio mediatico». Il Partito democratico è convinto: «Giuli è stato commissariato dal partito». Il Movimento 5 Stelle chiede al ministro «completa chiarezza» sui motivi delle dimissioni di Spano «e in generale su ogni aspetto che possa emergere rispetto alla trasparenza e alla correttezza del suo operato e del ministero che si trova a guidare». Ivan Scalfarotto, parlamentare di Italia Viva, si scaglia contro il metodo Report: «Ha pompato il presunto scandalo ‘al maschile’ contando su un’unica leva: la morbosità omofoba».
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