L’inchiesta sull’omicidio di Thomas Bricca, il 18enne di Alatri ucciso da uno dei tre colpi di pistola sparati contro di lui la sera del 30 gennaio scorso nella zona del ‘Girone’, in pieno centro storico della città in provincia di Frosinone, potrebbe essere arrivata ad una svolta decisiva.

Per l’omicidio del giovane ci sono ora due indagati: il 22enne Mattia Toson e il padre Roberto, ex agente di polizia penitenziaria, entrambi finiti iscritti nel registro degli indagati. I due sono sospettati di essere la coppia che la sera del 30 gennaio scorso, in sella ad uno scooter, hanno aperto il fuoco contro il 18enne, raggiunto da un colpo alla fronte e riducendolo in fin di vita. Thomas morirà poi il 2 febbraio all’ospedale San Camillo di Roma.

Nella ricostruzione dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone, padre e figlio erano sullo scooter: al procuratore capo di Frosinone Antonio Guerriero e al sostituto Rossella Ricca gli investigatori hanno specificato anche chi dei due fosse alla guida del mezzo e chi impugnasse l’arma. Ma sui particolari vige il riserbo più assoluto.

La morte di Thomas sarebbe avvenuta per uno scambio di persona e sarebbe stata una sorta di “epilogo” delle risse che erano avvenute nella città in provincia di Frosinone nel weekend precedente. Secondo quanto riferisce oggi Il Messaggero, il 29enne gennaio Omar Haudy e alcuni amici, per vendicarsi di una presunta aggressione subita da parte di Mattia Toson e altre persone, avevano picchiato e appeso a una balaustra Francesco Dell’Uomo, fratellastro di Roberto Toson e zio acquisito di Mattia.

Un affronto da pagare col sangue. Padre e figlio il 30enne gennaio si recano in scooter davanti ad un locale di Alatri e aprono il fuoco: l’obiettivo era Omar, presente sul luogo dell’agguato costato la vita a Thomas e come il 18enne con addosso un giubbino bianco, ma il proiettile colpisce proprio l’incolpevole Bricca.

La convinzione degli inquirenti sulla partecipazione di Roberto Toson all’agguato è arrivata dopo che hanno scoperto un buco di mezz’ora nell’alibi del figlio Mattia. Il ragazzo è arrivato alla festa di compleanno organizzata in un agriturismo di Veroli, a pochi minuti dal luogo del delitto. Incrociando le deposizioni, i carabinieri sospettano che Mattia Toson sia arrivato alla festa soltanto intorno alle ore 21, cioè in tempo utile per partecipare all’agguato, avvenuto poco prima delle 20:30, e che quella sera non avesse l’atteggiamento sereno di chi partecipa ad una festa.

Per questo padre e figlo sono ora iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario in concorso, mentre deve rispondere di favoreggiamento e distruzione di materiale informatico Luciano Dell’Uomo, pensionato e patrigno di Roberto Toson. L’anziano, secondo gli inquirenti, per proteggere figlio e nipote avrebbe provato a far sparire una pistola scacciacani modificata e distrutto le immagini del sistema di videosorveglianza della casa di famiglia.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.