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Onu, Israele taglia ogni contatto con l’Unrwa (era ora!)

L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite ha comunicato al Consiglio di Sicurezza la revoca di ogni rapporto dello Stato Ebraico con l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per il sussidio dei rifugiati palestinesi. Il provvedimento dovrebbe avere effetto da oggi, e l’Unrwa dovrà dismettere le proprie attività e liberare le proprie strutture in Israele.
Non è necessario condividere l’assunto israeliano secondo cui l’Unrwa altro non sarebbe che un’organizzazione terroristica, sostanzialmente un proxy di Hamas, per riconoscere che questo potente ufficio della cooperazione internazionale è lambito da accuse gravissime di cui ha reso conto ora rispondendo in modo evasivo, ora dichiarando di non dover renderne conto punto e basta. L’argomento adoperato a contrasto di quelle accuse risiedeva perlopiù nell’esiguità del numero di dipendenti che l’Unrwa si costringeva a riconoscere protagonisti non di qualche marachella, ma della diretta partecipazione ai massacri del 7 ottobre. Una minuzia composta, e da archiviare, con il mero allontanamento dei macellai e senza qualsiasi conseguenza lungo la linea gerarchica dopotutto soltanto colpevole di aver assunto e mantenuto nei propri ranghi manipoli di terroristi.
Ma la somma di accuse rivolte all’Unrwa ammonta a ben altro. Un corteo di allegazioni ulteriori, infatti, investe l’immagine e la credibilità di quell’ente, il quale avrebbe tutto l’interesse – se a presidiarlo non fosse una solidissima ambizione di impunità – a dimostrare l’infondatezza degli addebiti di cui è destinatario. Si discute della connivenza di elementi di vertice dell’agenzia con le formazioni terroristiche palestinesi. Si discute dell’affidamento di incarichi apicali a personaggi che rivestivano cariche operative in Hamas, e si discute del mantenimento di tali incarichi anche dopo la denuncia di quelle duplici – e chiunque direbbe oltraggiosamente incompatibili – funzioni.
C’è poi quel che l’Unrwa ha fatto – anzi non ha fatto – durante la guerra di Gaza. Non ha denunciato il sistematico uso dei civili come sacchi di sabbia da parte di Hamas. Non ha denunciato l’uso delle strutture dell’Onu da parte di Hamas, persino per tenervi sequestrati gli ostaggi. Non ha denunciato il sistematico sequestro degli aiuti da parte di Hamas. E si potrebbe continuare a lungo. Se non è abbastanza per giustificare la decisione israeliana – e ammettiamo pure che non sia abbastanza – è più che abbastanza per riconoscere che l’Unrwa aveva troppo di cui rendere conto per sentirsi libera di non rendere conto di nulla.
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