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Altro che collaborazione
“Avete legami con Hamas?”. E l’Unrwa si limita al no comment
L’altro giorno un portavoce dell’Unrwa – l’agenzia delle Nazioni Unite per il sussidio dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente – si è rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti su nuove denunce dei legami dell’ente con Hamas perché – testuale – i membri dello staff dell’Unrwa che potrebbero essere stati coinvolti in attività terroristiche sono “molto pochi”.
Si noti, per apprezzare l’ineffabilità di quella giustificazione, che le accuse cui la dirigenza dell’Unrwa ritiene di essere legittimata a non rispondere riguardano contatti, rapporti, collaborazioni che esponenti di vertice dell’agenzia avrebbero intrattenuto, da buoni “pari”, con esponenti di vertice dell’organizzazione terroristica responsabile degli eccidi del 7 ottobre. Può, ovviamente, trattarsi di allegazioni infondate. Ma si tratterebbe di spiegare perché il capo dell’Unrwa in Libano teneva comizi con il capo delle relazioni Esteri di Hamas, assicurandogli che l’Unrwa “sta dalla vostra parte”.
Si tratterebbe di spiegare perché il capo assoluto dell’Unrwa, lo svizzero Philippe Lazzarini, incontrasse regolarmente i capi del terrorismo palestinese felicitandosi per la “partnership” con loro. Si tratterebbe di spiegare perché il predecessore di Lazzarini, Pierre Krähenbül, tenesse, “in spirito di collaborazione”, incontri con i capi del Jihad Islamico e di Hamas ai quali raccomandava di non rendere pubbliche le conversazioni avute perché questo avrebbe pregiudicato la “credibilità” dell’Unrwa. Si tratterebbe di spiegare perché l’Unrwa, ancora l’estate scorsa, manteneva nei propri ranghi, a capo del sindacato degli insegnanti delle scuole delle Nazioni Unite in Libano, un signore di cui Hamas rivendicava l’affiliazione e di cui elogiava l’opera di “educatore del Jihad”.
Sono solo alcuni esempi tra i tanti casi delle compromissioni denunciate. E, appunto, può anche darsi che siano tutte bufale (per quanto abbondantemente assistite da riscontri). Ma rispondere a queste allegazioni – anzi, non rispondere – argomentando, come ha fatto il portavoce dell’Unrwa, che dopotutto i casi accertati di infestazione terroristica dell’agenzia dell’Onu sono stati “pochi” è come dire che la compagnia di assicurazione risponde fino a un certo limite, poi basta.
Solo che non si discute della vettura acciaccata nell’incidente stradale. Si discute di complicità con un’organizzazione terroristica genocidiaria, destinataria del fiume di miliardi con i quali ha costruito una rete di tunnel più lunga della metropolitana di New York e ha indottrinato intere generazioni alla bellezza del martirio. Il “no comment” non dovrebbe essere ammesso.
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