Il ruolo dell'Europa, i soldati in Ucraina e il disappunto del Cremlino
Zelensky, l’interprete d’inglese per tornare da Trump e coach Vance, il maschio alfa “burattino di Putin”

Siamo tutti indignatissimi ma anche incerti sul da farsi, rallegrandoci del fatto che stavolta – e che cavolo – questa Europa sordomuta riesce pallidamente ad esistere; ma al tempo stesso speriamo ancora che non tutto sia perduto, specialmente negli americani, perché senza di loro non si sa dove andiamo. Tutti d’accordo sull’aumento delle spese militari, ma si scopre che da oggi occorrono almeno quattro anni per tirar su – armato e addestrato – un esercito capace persino di fare una guerra.
Zelensky, l’interprete e coach Vance
Il mood nel mondo diplomatico è quello di un ancora impronunciabile ripensamento di Volodymyr Zelensky affinché torni alla Canossa di Pennsylvania Avenue e si porti un interprete. Perché venerdì il suo precipitoso inglese da battaglia non gli ha fatto cogliere tutto e alla svelta quel che si diceva nello Studio Ovale, fino al momento in cui J.D. Vance (vicepresidente e coach di Trump) non ha pronunciato sentenze mai udite prima in diplomazia, chiudendo l’incontro e la discussione. Cosa che il presidente ucraino tardava a capire, apparendo spaesato e incredulo.
Certo, gli europei si sono subito riuniti a Londra e seguitano a vedersi, incontrarsi e telefonarsi, ma quando il motivo conduttore del non detto sembra chiaro: poiché almeno per oggi non si può fare nulla senza gli americani, bisogna convincere Zelensky a fare un profondo respiro e rispedirlo a Washington con una proposta più accettabile del brutale “terre rare contro cessate il fuoco”. Il resto, come l’intendenza di Napoleone, seguirà se non altro perché non si vedono scorciatoie, anche se la vampata europeista è bella e ci illumina. Questa sembra la posizione anche di Giorgia Meloni, che ha lavorato molto per conquistarsi il posto di “darling europea” nel cuore di Donald Trump, e che dal venerdì del disastro ripete che si devono salvare i rapporti con il presidente Usa.
Il burattino di Putin
È un momento critico, perché se francesi e inglesi manderanno un corpo di peacekeeping europeo e se Putin lo considererà un atto ostile, bisogna essere pronti alle conseguenze. Occorrerebbe dagli americani quel “backstop” proposto dal primo ministro Starmer, e l’unica scorciatoia è creare le condizioni per un secondo round. Gli ucraini ieri erano pieni d’angoscia, e in America il vicepresidente J.D. Vance è stato accolto da cartelli che lo definivano “Putin’s puppet”, burattino di Putin. Alla Casa Bianca, dicono le fonti diplomatiche, lavora una task force per vedere se è possibile un nuovo incontro Zelensky-Trump: non in formato talk show, ma si tratterebbe di un faccia a faccia di pari dignità e con efficienti traduttori simultanei. L’alternativa, altrimenti, è affidata al caso: un incidente sul terreno ucraino con truppe di peacekeeping francesi, inglesi e forse polacche ed estoni potrebbe dare fuoco a molte polveri.
I soldati europei in Ucraina
Putin considera un affronto personale l’arrivo in Ucraina di militari europei occidentali, sia pure lontani dal fronte. Quando se ne era parlato alla Casa Bianca, Trump l’aveva presa alla larga: “Devo prima sentire se Putin è d’accordo”. Per ora, a parlare di invio di truppe – “È ora di passare ai fatti”, ha detto Starmer – sono soltanto inglesi e francesi, anche se altri paesi potrebbero aggiungersi. Non sembra che il governo italiano o quello tedesco siano dell’idea; al momento solo i polacchi dicono di essere disponibili, ma sono i più odiati dai russi.
Trump seguita a vedere una possibile trattativa come una serie di benevole concessioni a Putin, che dovrebbe avere il buon gusto di non fare altri colpi militari, soltanto per rispetto verso Trump, che aspira al Nobel per la pace e vuole essere considerato il deus ex slot machine che inonda l’Ucraina di business e pace per tutti. L’analisi più sorprendente dei 49 minuti dell’intero scontro alla Casa Bianca faceva ieri parte di un corso online in cui l’insegnante ha detto: “Faremo una lezione sull’inglese di Zelensky, il quale parlava molto ma non comprendeva al volo quel che stava succedendo e se lo faceva spiegare con lentezza da Trump, mentre J.D. Vance, il maschio alfa di White House, emetteva sentenze definitive per lesa maestà del luogo ovale e scarso rispetto per il suo re”. Provaci ancora, Volodymyr.
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