Una scena surreale, difficilmente vista nella storia della diplomazia internazionale, clamorosa. L’incontro nello studio ovale tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump diventa ben presto un ring che di diplomatico non ha niente.

Il presidente americano aggredisce l’ospite ucraino: «Stai giocando con la vita di milioni di persone. State giocando con la Terza Guerra Mondiale e quello che state facendo è molto irrispettoso nei confronti di questo Paese», ha gridato un Trump molto arrabbiato, sottolineando che potrebbe rivelarsi «estremamente difficile» negoziare con la sua controparte ucraina invitandola più volte a «essere grata» agli Stati Uniti. Zelensky reagisce. Gli risponde a tono. Le dirette di tutto il mondo, prima Fox News, a valanga tutte le altre, portano lo scontro con il video più virale di sempre in tutte le case e su tutti i telefoni del mondo.

Politica italiana stordita

La politica italiana reagisce come può: spaesata, stordita, ammutolita. Twitta all’istante Carlo Calenda, il leader di Azione: «Bulli che aggrediscono nello studio ovale, davanti alla stampa, un leader coraggioso che guida un popolo che difende la sua libertà dall’aggressione di un dittatore assassino. A questo sono ridotti gli USA oggi. I leader europei dovrebbero mostrare meno compiacenza e più forza. I bulli si affrontano così». Poco dopo anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: «Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?». La domanda di Magi è opportuna.

La curiosità, al momento di andare in stampa, rimane tale. Per Della Vedova «dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale Della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana. Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi». Luigi Marattin, Orizzonti Liberali, è netto: «Zelensky nello Studio Ovale non ha difeso solo la dignità del suo popolo, ma idealmente anche quella dell’Unione Europea. Se qualcuno dall’altra parte dell’Oceano pensa che ci faremo bullizzare in questo modo, ha sbagliato indirizzo».

 

Protesta anche Ivan Scalfarotto, Italia Viva. Elly Schlein non parla. Invece Matteo Orfini, deputato Pd, è diretto quando dice al Riformista: «Siamo davanti all’ennesima dimostrazione che dobbiamo salvarci come Europa, perché alla Casa Bianca c’è il portavoce di Putin». E Gianni Cuperlo, ex candidato alla segreteria Dem: «Un comportamento osceno del più indegno presidente americano degli ultimi decenni, e forse della storia». E con il Riformista si sfoga Nichi Vendola: «Siamo dinanzi alla scena modernamente medievale di chi rilancia senza pudore il diritto a essere impero e quindi esibisce in mondovisione le proprie pretese imperialistiche. E lo fa, il presidente Trump, con uno stile rozzo, violento, padronale, che è uno sputo in faccia alla tragedia del popolo ucraino. Un immondo far-west con il marchio di una plutocrazia fascista». Enrico Borghi, membro del Copasir, si rivolge alla Premier: «Qualcuno immaginava che Zelensky sarebbe stato remissivo e arrendevole. Ma ha chiaramente detto che prima si definiscono le condizioni di sicurezza dell’Ucraina (e dell’Europa) e poi si parla di business. Ora non può essere lasciato solo, e l’Europa deve assolutamente fare la propria parte. E, in proposito, dopo quello che è successo la premier Meloni non può rifugiarsi nel silenzio. Dopo che Tusk e Macron sono usciti per stigmatizzare e prima del vertice di Londra lei rimane silente senza chiarire in Parlamento?»

Non parla, e si può intuire perché, Giuseppe Conte. Anche dalla maggioranza tutto tace. E avrebbe fatto bene a farlo anche Matteo Salvini, che con un tweet invecchiato malissimo, un quarto d’ora prima dello scontro frontale nello Studio Ovale, aveva scritto: «Ho fiducia nel fatto che Trump possa cambiare in positivo la storia dell’Occidente e quindi anche la storia italiana, la nostra. Chi pensa che a Washington ci sia un nemico capisce poco o nulla». Il verde Angelo Bonelli gioca d’anticipo sulla litigata in diretta tv e poco prima aveva twittato: «Le allucinanti parole di Trump sull’accordo siglato con l’Ucraina sono l’emblema dello sciacallaggio del presidente americano in nome della pace. Assistiamo a una mercificazione inaccettabile che deve far riflettere sul ruolo che l’Europa ha assunto fino a oggi». Per Francesco Storace bisogna spiegare a Zelensky che la guerra in Ucraina la perde di brutto se Trump si ferma.

Pierluigi Battista è su posizioni radicalmente opposte: «Zelensky è un eroe. Dovremmo essergli tutti grati». È in questo clima surriscaldato che arriva, da Palazzo Chigi, la conferma che Giorgia Meloni volerà a Londra dove incontrerà il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, e poi parteciperà al summit dei leader sull’Ucraina. Il bilaterale con Starmer è previsto alle ore 11 a Downing Street, mentre alle 14, alla Lancaster House, si svolgerà il ‘Leaders’ Summit on Ukraine’. Al vertice potrebbe arrivare anche Zelensky.

AGGIORNAMENTO: le dichiarazioni dei leader di governo e opposizioni

In serata sono poi arrivate le parole di Giorgia Meloni: “Ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Non del suo potere o della sua influenza, ma dei principi che l’hanno fondata, primo fra tutti la libertà. Una divisione non converrebbe a nessuno. È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”. Entusiasta o quasi il vicepremier e ministro Matteo Salvini, storico ‘tifoso’ di Trump (e di Putin): “Obiettivo pace, basta con questa guerra. Forza Trump”.

“Trump ha scelto di stare con Putin, ha umiliato con violenza inaudita un popolo aggredito da un dittatore in un’imboscata che è puro bullismo istituzionale contro il Presidente Zelensky. Il governo italiano esprima solidarietà e sostegno al popolo ucraino e al suo presidente. Giorgia Meloni non può più procrastinare la scelta: o con Trump, i suoi miliardi e i suoi interessi economici o con la democrazia e l’Europa”, ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein.

Sorprendono le dichiarazioni di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, secondo cui “andava assolutamente evitato lo scontro che è avvenuto alla Casa Bianca a favore di telecamere: rischia di avvantaggiare Putin, nel complesso negoziato che è stato avviato. Questo negoziato deve essere affrontato e portato avanti tutelando duramente ed efficacemente le ragioni dell’Ucraina, che rimane il Paese aggredito. Anche per questo occorreva un’Europa forte e in prima linea per i negoziati di pace e non un’Europa subalterna a Washington, che ha inseguito in questi anni la folle strategia dell’escalation militare e delle armi a oltranza. Una strategia fallimentare che ora condanna l’Europa e l’Italia a una totale irrilevanza davanti a questi sviluppi. Con un’aggravante per il nostro Paese: di Meloni si sono perse proprio le tracce”.

 

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.