L'intervista
Guerra Russia-Ucraina, Svetlana Gannushkina: “Siamo vicini ad un punto di svolta. Trump? Sta salvando la faccia di Putin”

«Credo che siamo a un punto di svolta. Tuttavia, è difficile dire quale sarà la fase successiva». Svetlana Gannushkina riflette sulle possibilità, a breve e medio termine, di una ragionevole conclusione della guerra in Ucraina. Classe 1942, Gannushkina è attivista per i diritti dei migranti rifugiati in Russia e fondatrice del Centro per i diritti umani dell’associazione Memorial, Premio Nobel per la Pace nel 2022.
Gannushkina, a suo avviso come si sta muovendo la comunità internazionale nell’ottica di possibili negoziati?
«È ovvio che la comunità internazionale non è pronta a mostrare unità nei confronti di Russia e Ucraina. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha appena adottato due risoluzioni contrastanti. In una, l’attacco della Russia all’Ucraina viene definito una guerra, mentre, nell’altra, solo un conflitto tra i due Paesi. Pertanto, è difficile per me dire quale di queste posizioni prevarrà».
Come valuta la linea assunta dalla nuova amministrazione statunitense su questo tema?
«È deplorevole che un paese con un’influenza così cospicua nel mondo intero stia effettivamente facendo fronte comune con l’aggressore. Questa posizione non porta alla pace. Non credo affatto che le autorità ucraine si siano sempre comportate in maniera impeccabile in tutto. Tuttavia, dopo l’annessione della Crimea, la Russia ha agito come un aggressore, sfruttando ogni errore o fallimento rilevato nella politica interna del suo vicino».
Secondo lei, la Russia ha ora le sue ragioni per aprire ai negoziati e porre fine al conflitto?
«La Russia aveva le sue ragioni fin dall’inizio per non iniziare questa guerra, di cui aveva bisogno solo Vladimir Putin, con la sua folle idea di restaurare l’Unione Sovietica».
Trova che ora le cose siano cambiate?
«Penso che ora Putin vorrebbe che la guerra finisse, ma non è pronto a sacrificare il suo potere per il bene della pace e della salvaguardia delle vite umane. Quindi Trump sta cercando di servirgli l’opportunità di salvare la faccia e, per questo, sta negoziando con lui. Tuttavia, senza la partecipazione dell’Ucraina, queste trattative hanno poco senso».
Parlando dei contatti tra russi e americani, il leader ucraino Zelensky ha affermato: “Non riconosciamo alcun accordo che verrà raggiunto a seguito di negoziati che risolveranno la questione dell’Ucraina senza l’Ucraina”. Verrà ascoltato?
«Volodymyr Zelensky è già stato ascoltato. E ha ragione».
Alla scorsa Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Zelensky ha sottolineato la necessità di “non rimuovere dal tavolo la questione della nostra adesione alla NATO”. Ritiene che questa opportunità sia già svanita?
«Mi sembra che, per far fronte a tale situazione, la NATO dovrebbe riconsiderare alcuni dei suoi principi fondativi relativi all’accettazione di nuovi membri. È pronta per questo?».
Il leader ucraino insiste sulla piena partecipazione dell’Ue ai colloqui, mentre l’amministrazione Trump ha minacciato di escluderla se non a determinate condizioni. Ritiene che l’Unione europea potrebbe riacquistare un ruolo centrale in tale contesto? E come sarebbe possibile?
«La sua attuale condizione di marginalità non dipende solo da Trump, ma anche dalla posizione energica e attiva che dovrebbe assumere l’Unione europea, che, allo stesso tempo, manifesta già abbastanza contraddizioni interne».
Cosa le potrebbe garantire una maggiore influenza in merito?
«L’unica sua garanzia di una maggiore influenza in tale ambito potrebbe coincidere con il raggiungimento di una significativa unità».
Su quali punti, secondo lei, si baseranno i negoziati per porre termine alla guerra? Alla fine si raggiungerà una pace giusta?
«Ogni guerra finisce con una pace, ma, di norma, il risultato non è percepito da tutti come equo. La giustizia è generalmente un concetto vago. Se fosse possibile fermare le uccisioni e sedersi al tavolo delle trattative, questo sarebbe già un enorme risultato. Tutto dovrebbe basarsi su un principio fondamentale: il valore della vita umana».
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