La Lega continua a fare il tifo per Donald Trump e a criticare l’Unione Europea. Questa volta a schierarsi apertamente contro il riarmo da 800 miliardi di euro deciso nelle scorse ore da Bruxelles e a giustificare i dazi che il presidente americano sta dispensando giorno dopo giorno, è il pacato Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia del governo Meloni. Una posizione netta e di partito la sua, che fa comodo al segretario nonché vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. 

Giorgetti e l’analisi a stelle e strisce

Intervenuto in videocollegamento al convegno del Dipartimento economia della Lega “Interesse nazionale e scenari globali” a Montecitorio, Giorgetti è netto nella sua analisi a stelle e strisce: “Oggi scopriamo che dobbiamo riarmarci perché c’è la minaccia di Putin. Io penso, a proposito del piano di von der Leyen, che bisogna distinguere due cose: gli aiuti all’Ucraina se gli Usa non lo fanno più, e un piano di investimenti militari che abbiano un senso e non fatto in fretta e furia senza una logica”. Poi sottolinea come “per comprare un drone o un missile supersonico, un tank, non si va al supermercato, servono investimenti pluriennali”.

Giorgetti: “Ragionare e non fare come con vaccini e gas”

Per il ministro del Carroccio “bisogna mantenere il sangue freddo, ragionare e non entrare nella sindrome che in altre epoche ha fatto in modo che andassimo a comprare i vaccini a prezzi incredibili, o comprare gas con i prezzi alle stelle. Per favore evitiamo”, anche perché “quando si fa debito, siccome c’è precluso di farlo per cose moralmente importanti, bisogna farlo con ragione veduta”. Giorgetti sottolinea la necessità di “investimenti seri, importanti e consapevoli” e, soprattutto, l’importanza di salvaguardare il rapporto con gli Stati Uniti di Trump (che non perde occasione per criticare Bruxelles) perché “avere un ruolo” senza di loro” è “complicato”. Insomma un vero e proprio endorsement al neo presidente americano tanto osannato da Salvini.

L’inchino all’America di Trump: “Loro segnano la traiettoria”

Altro che Europa indipendente, per Giorgetti il cordone con gli Usa non va staccato. Parla di “svolta storica con la nuova amministrazione Trump”, è “il peso delle decisioni che arrivano da Washington, che piaccia o no, che segna la traiettoria. E quello che ha fatto Trump è qualcosa con cui dobbiamo avere a che fare”.

La difesa dei dazi: “Prima concorrenza era leale?”

Il ministro dell’Economia difende anche i dazi trumpiani: “Noi ci scandalizziamo dei dazi proposti da Trump, ma prima avevamo un mercato di concorrenza perfetta a livello globale? Avevamo una concorrenza leale a livello globale? Avevamo tutti i produttori del mondo che partecipavano alle medesime condizioni a livello globale? Non avevamo forse alcuni paesi che finanziavano delle imprese per fare concorrenza scontata, corretta, a danni di altri, nel commercio globale”. Poi aggiunge: “Avevamo per caso delle imprese che potevano permettersi di sfruttare i lavoratori, piuttosto che inquinare e quindi fare prezzi migliori e uccidere altre imprese nel mercato globale. Ecco, questo non possiamo dimenticarcelo. Forse questo risveglio, che noi abbiamo cercato invano di fare anche in tanti di questi anni, non sono battaglie nuove per la Lega, è un qualche cosa che fortificherà tutti quanti a chiedersi come ricostruire un sistema di commercio mondiale su basi e pilastri più trasparenti e corrette”.

 

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