Esteri
USA e Russia formano il nuovo Asse del Male. L’obiettivo di Putin è più vicino
Gli Stati Uniti strizzano l’occhio ai partiti di estrema destra, ovvero la scommessa del Cremlino. Così potrebbe essere raggiunto lo scopo del Presidente Russo: neutralizzare l’Unione e l’Alleanza atlantica

Le sprezzanti esternazioni di Trump verso l’Europa e il modo in cui la Casa Bianca è entrata a gamba tesa nella vicenda Ucraina sono un’eresia, il cui fragore è coperto solo dall’agghiacciante silenzio con cui i democratici americani reagiscono a questo sconquasso. Dopo l’umiliazione inflitta a Zelensky, i negoziati di pace sono solo un miraggio polarizzato sulle prodromiche rivendicazioni di russi ed (ex) alleati circa lo sfruttamento delle terre rare dell’Ucraina.
In mezzo ci sono le bordate di Donald a tenere banco: «L’Ucraina è una faccenda che riguarda l’Europa ma si scordi la Nato; Zelensky è un dittatore non eletto; l’Ucraina ha iniziato la guerra con la Federazione Russa; i contribuenti americani devono rientrare dai 350 miliardi elargiti a Kiev; la Ue è stata creata per truffare gli Stati Uniti; i dazi al 25% sui prodotti europei e canadesi saranno presto imposti assieme a un’ulteriore maggiorazione del 10% a carico di quelli cinesi». Senza dimenticare il processo mediatico e le invettive inflitte contro il leader ucraino nell’incontro a Washington («una sberla al maiale», secondo Medvedev). Tanto basta a far affermare al commissario europeo Dombrovskis che si sta materializzando il rischio di un crollo del 7% del PIL mondiale. Intanto la Russia accenna a negoziati di pace solo a patto di condizioni capestro, mentre continua a bombardare il paese che ha invaso tre anni fa forte dei rinforzi in arrivo da Pyongyang.
La guerra dei cent’anni
Di fronte a questo quadro deprimente e allarmante, i leader europei attivano incontri per pianificare una strategia comune che stenta a decollare, sul fronte economico e militare. 80 anni dopo intese analoghe, al summit di Londra si ricomincia tutto daccapo. Princìpi come la pacifica convivenza, l’autodeterminazione dei popoli, il rispetto dei confini e la salvaguardia delle democrazie non dovevano soccombere alla fagocitosi divoratrice dei neo colonialismi: che gli Stati uniti d’America avrebbero un giorno preso parte all’alleanza onnivora dell’Asse del Male era francamente impensabile. C’è chi sostiene che se i democratici avessero conservato la Casa Bianca si sarebbe protratta una sorta di “guerra dei cent’anni”, senza vincitori né vinti. C’è anche tuttavia chi oppone una tenace resistenza alle azioni intraprese dall’amministrazione Trump. Basti pensare al fatto che oltre due dozzine delle disposizioni firmate da The Donald sono già state bloccate dalla Corte Federale in quanto incostituzionali. Larga parte della stampa americana è impegnata nel debunking della disinformazione promossa dal mondo Maga.
L’alleanza di partiti
Prima dell’oscena aggressione verbale a Zelensky nello Studio Ovale, il 27 febbraio The New York Times aveva pubblicato un articolo intitolato «America and Russia Are on the Same Side Now» – scritto da Dana H. Allin e Jonathan Stevenson – di cui è utile riportare un eloquente passaggio: «Durante la Guerra Fredda, i grandi e influenti partiti comunisti dell’Europa occidentale mantennero legami con Mosca che andavano dal simpatizzante al servile, di fronte ai quali gli Stati Uniti hanno sempre mantenuto le distanze. Ora l’Europa si trova di fronte a un’alleanza di partiti che appoggiano la Russia, questa volta dall’altra parte del campo: l’estrema destra. E il governo degli Stati Uniti ha adottato l’approccio opposto: un caldo abbraccio. Se questi partiti e i loro cugini populisti arrivassero a dominare l’Europa potrebbero sviscerare la Nato e geopoliticamente neutralizzare, se non soggiogare, l’Europa: questa è certamente la speranza della Russia. Il sostegno politico e materiale del Cremlino ai gruppi d’estrema destra ha approfondito le divisioni sociali e politiche europee, permettendogli di continuare a screditare la democrazia occidentale». A fronte di un’analisi tanto lucida, scaltrita e aderente alle evidenze, viene da chiedersi – citando Heidegger – quale fulmine abbia accecato Trump da negargli una lungimirante e realistica lettura e scrittura della Storia.
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