“Non ho visto il film, ma mi hanno inviato le scene del miracolo”. Monsignor Vincenzo De Gregorio, abate della Cappella del Tesoro di san Gennaro, commenta “Parthenope”, l’ultimo film di Paolo Sorrentino. La protagonista, interpretata da Celeste Dalla Porta, è una giovane e affascinante donna che può avere chiunque, ma sceglie lei a chi concedersi: spesso a personaggi sorprendenti, come Tesorone, arcivescovo di Napoli, l’uomo del Santo Protettore, delle ampolle e del miracolo di San Gennaro. Nel film la liquefazione del sangue del Patrono avviene dopo un rapporto sessuale tra i due.

Parthenope, l‘aspetto superficiale

“Per me il problema non è il film – dice al Corriere della Sera -, ma che un fenomeno complesso come quello del prodigio di San Gennaro va studiato e documentato, invece siamo solo all’aspetto superficiale. Si trattano questi argomenti in maniera superficiale anche molto folcloristica”. E il riferimento è anche alla veste dell’attrice, con addosso soltanto il Tesoro del Santo.

Parthenope, Sorrentino si diverte

Paolo Sorrentino ha però più volte respinto le accuse di un intento provocatorio: “Io quando scrivo i film li scrivo per divertirmi”, ha ricordato il regista nel podcast ‘Dicono di te’, “tutti questi significati che adesso cerco di rifilare li ho elaborati nelle ultime settimane perché devo parlare del film”. Un film definito anche per questo ‘blasfemo’ dal deputato alla Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, il signor Pierluigi Sanfelice e da Don Franco Rampullino, parroco di San Giuseppe a Chiaia: “La satira è una cosa, ma a San Gennaro tutti ci tengono e in quelle scena si è inserito un cardinale profanatore. Napoli è molto di più di quello mostrato”

Dopo l’ottimo rendimento al botteghino, dove Parthenope – già il film italiano più visto dell’anno – ha già superato i quattro milioni, Monsignor De Gregorio riconosce anche il ritorno commerciale delle polemiche: “Il fatto è che ne parliamo troppo secondo me, e quindi facciamo esattamente il gioco degli altri, regalando pubblicità al film. E poi ovviamente la comunicazione amplifica tutto”.

Redazione

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