A mia memoria non esistono precedenti di attacchi così violenti di uno Stato estero, alleato con l’Italia, a uno dei più importanti leader della maggioranza che governa il nostro paese. Le ingiurie contro Berlusconi sono state lanciate da una fonte ufficiale: il portavoce del ministro degli Esteri. Non credo che siano mai esistiti attacchi così violenti neppure da parte di uno Stato straniero non alleato. E’ un incidente che è difficile sottovalutare.

In particolare ci si aspetta una reazione adeguata da parte del governo e della Presidente del Consiglio. Nei mesi scorsi sono state spese frasi molto forti, sempre a difesa della Nazione e della sovranità. L’attacco di Kiev a Berlusconi è un attacco al governo italiano che non mi pare possa restare sotto silenzio. Non conosco bene gli automatismi della diplomazia. Però mi pare che il Presidente del Consiglio e il ministro degli esteri, Antonio Tajani (che oltretutto è un importante dirigente del partito di Berlusconi) debbano immediatamente convocare l’ambasciatore ucraino per avere spiegazioni e chiedere le scuse del governo di Kiev. Solo se non otterranno le scuse dovranno pensare a passi ulteriori, perché in quel caso certo la collaborazione economica e militare italiana con il governo ucraino non potrà restare la stessa.

P.S. Il ministero degli esteri ucraino critica Berlusconi per l’atteggiamento che ebbe una quindicina d’anni fa con il Presidente libico Muammar Gheddafi. Per la verità Berlusconi è il Presidente del Consiglio del governo italiano che partecipò al bombardamento e all’invasione della Libia da parte di diversi paesi Nato. Quell’attacco militare fu motivato dal fatto che questi paesi Nato non gradivano il governo di Gheddafi e decisero di risolvere la questione con una azione militare. Più o meno è lo stesso modo di concepire la politica internazionale che ha spinto Putin a invadere l’Ucraina.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.