Da economista liberale ho qualche difficoltà – per usare un eufemismo – a essere favorevole “senza se e senza ma” ad un eccesso di interventismo da parte del governo, soprattutto nei casi in cui il diritto/dovere di usare il potere coercitivo di cui lo Stato è dotato viene falsamente ritenuto privo di limiti. Mettiamo le cose in chiaro: un qualsiasi economista socialisteggiante che ama liste di proscrizione contro chi è a destra di Peppe Provenzano risulta abbastanza ridicolo nel momento in cui – pur di dare contro al governo Meloni – cerca il più ridicolo cavillo per opporsi a provvedimenti largamente redistributivi come la tassazione straordinaria sulle banche. L’avesse fatto il governo Schlein si sarebbe direttamente ubriacato sulla pubblica piazza.

Al contrario, nel momento in cui si ha fiducia nell’economia mista (capitalismo più intervento pubblico nelle sue aree di competenza) trovo giusto rilevare come il governo Meloni -soprattutto a motivo del suo ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – si esponga ingenuamente al gioco di parole Urso/URSS, cioè all’accusa di comportamenti dirigistico-sovietici, quando c’è un’inflazione di suoi interventi a gamba tesa a danno del funzionamento del meccanismo dei prezzi e del mercato.

Come mai il meccanismo dei prezzi è così importante? Senza uccidere i miei extra-lettori con un eccesso di microeconomia nella stagione sbagliata, il prezzo di un certo bene o servizio fornisce all’altro lato del mercato informazioni importanti su quanto costi produrre quel certo bene (l’informazione di cui beneficiano i consumatori, cioè la domanda), e su quanto i consumatori siano disposti a pagare per quel certo bene o servizio (informazione di cui beneficiano simmetricamente i produttori, cioè l’offerta).

Prendiamo il caso del recentissimo decreto che proibisce alle compagnie aeree su tratte interne di usare algoritmi che dinamicamente fanno cambiare il prezzo a seconda del luogo e del tempo in cui avviene la prenotazione. Piuttosto che andare a pasticciare sul funzionamento dei prezzi impedendone la variazione sotto certe condizioni – pur con il non disdicevole intento di evitare aggravi di prezzo eccessivi per chi ad esempio deve andare da un’isola alla terraferma o viceversa – perché mai non prevedere semplicemente un sussidio a favore dei soggetti economicamente deboli, oppure di potenziare i sussidi esistenti?

Se si ritiene che il potere di mercato delle compagnie aeree sia protetto da intese collusive, le quali portano a prezzi troppo elevati, la strada maestra è ancora un’altra, cioè l’intervento dell’autorità antitrust. Com’è implicito nella discussione iniziale, dall’altro lato non mi straccio le vesti se il governo Meloni interviene con provvedimenti tributari di finanza straordinaria tramite la tassazione dei profitti “eccessivi” delle banche, perché la tassazione è lo strumento essenziale dell’azione economica del governo stesso.

Nessuno che abbia la mente aperta e sensata può escludere effetti reputazionali che derivano da questo intervento una tantum, ma ancora una volta fa piuttosto ridere che commentatori ed economisti vadano elucubrando dotti ragionamenti sull’incidenza dell’imposta (pagheranno le imprese a cui le banche prestano i soldi? Ci sarà un effetto atroce sullo spread?) quando questi stessi dotti ragionamenti erano pressoché assenti nel momento in cui il governo Monti più che raddoppiò la tassazione ordinaria sugli immobili sostituendo l’IMU all’ICI.

Riassumendo: il governo usi i suoi poteri coercitivi e di direzione quando servono, ma non si faccia prendere dall’ansia socialisteggiante di fare male all’economia di mercato, che dovrebbe essere il suo migliore alleato. Oltre ad Elly, ovviamente.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.