Alla fine, Andrew M. Cuomo si dimette. Non sono bastati tre mandati come governatore di New York, né il credito accumulato nella lotta contro il coronavirus (e contro le mattane di Trump). Le accuse di molestie sessuali formulate da 11 donne e raccolte in una indagine dello stato di New York – insieme alla scoperta dei suoi tentativi di mettere a tacere, screditandola con la stampa, Lindsey Bolan, la prima delle sue accusatrici – sono state letali. «Sprecare energie in distrazioni è l’ultima cosa che il governo statale dovrebbe fare. E non posso esserne la causa», spiega Cuomo nel video in cui annuncia il passo indietro. «Date le circostanze, il modo migliore in cui posso aiutare ora è farmi da parte e lasciare che il governo torni a governare», conclude.

Senza dubbio, una sconfitta schiacciante e disonorevole, ma una scelta necessaria per evitare l’impeachment che l’assemblea dello stato avrebbe avviato a breve e che lo avrebbe visto sicuramente capitolare. In questi mesi, Cuomo aveva cercato di difendersi dalle numerose accuse, negando di aver toccato le sue collaboratrici in modo improprio e giudicando l’accusa di molestie come una interpretazione errata di uno stile affettuoso e cameratesco. «Nella mia mente, non ho mai superato il limite con nessuno, ma non mi rendevo conto fino a che punto il confine fosse stato ridisegnato», spiega Cuomo. «Ci sono cambiamenti generazionali e culturali che non ho considerato fino in fondo e il mio comportamento non può avere scuse».

La scelta di Cuomo è stata definitivamente presa dopo i suggerimenti del suo avvocato, Rita Glavin, e, soprattutto, costretta dall’isolamento politico in cui era precipitato: aveva perso il sostegno del presidente Biden, dei due senatori democratici dello stato e della maggior parte della delegazione del Congresso di New York. Allo stesso modo, ha pesato il clamoroso tonfo nei consensi. I sondaggi di questo mese della Quinnipiac University rivelano che il 70 percento degli elettori newyorchesi voleva le dimissioni del governatore, compreso il 57 percento dei democratici. Il 54% degli intervistati crede alle accuse delle donne molestate e ritiene Cuomo colpevole.

«Penso che il governatore abbia fatto la cosa giusta», ha detto per esempio la senatrice Kirsten Gillibrand a Capitol Hill dopo il suo annuncio. «E voglio solo elogiare le donne coraggiose che si sono fatte avanti. Non è stata una cosa facile da fare». Il presidente della commissione giudiziaria dell’Assemblea di New York, Charles D. Lavine, ha dichiarato lunedì che potrebbero esserci motivi fondati per continuare l’iniziativa di impeachment contro Cuomo anche nel caso di dimissioni: in caso di impeachment, infatti, all’ormai ex governatore verrebbe negata ogni possibilità di ricoprire nuovamente la carica a New York. In ogni caso, le dimissioni saranno effettive tra 14 giorni.

Per quella data sarà praticamente chiusa la carriera politica di questo vero e proprio “principe ereditario” di una importante dinastia politica americana. Andrew è infatti il figlio di Mario, già governatore di New York ai tempi di Ronald Reagan e faro della sinistra dell’East Coast. Cuomo sarà sostituito dalla vicegovernatrice Kathy Hochul che diventerà così la prima governatrice di New York e resterà in carica fino alla fine del mandato, nel novembre 2022.

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