Provate solo per un momento a mettervi nei loro panni: avete due figli piccoli, uno di otto anni e uno di due. Questi bambini hanno dei problemi di salute, sin dalla nascita, per una malformazione, e hanno bisogno di cure continue. Voi dedicate a loro gran parte della vostra vita e delle vostre energie, pensate al loro futuro. Li amate, come in genere i genitori amano i loro bambini.

Poi un giorno arriva un estraneo. Potentissimo, molto più potente di voi. Chiamiamolo Stato, con la esse grande. Irrompe nella vostra vita e ve li porta via. Non solo li porta via, ma vi accusa di essere degli infami, di avere abusato di loro, di averli usati a scopi sessuali, per il vostro godimento, e anche di averli sadicamente maltrattati. Non è vero.

Naturalmente non è vero, ma non c’è niente da fare. I bambini vengono sbattuti in orfanotrofio, a voi è proibito vederli, occuparvi di loro, prendervi cura, portarli alle visite mediche periodiche delle quali hanno bisogno. E voi finite sotto processo, accusati di uno dei reati più brutti tra quelli previsti dal codice penale. Abuso sui figli. Indicati al ludibrio pubblico.

Non potete fare niente. Solo pagare un avvocato, che si occupi della faccenda, che cerchi di risolverla. Non solo siete innocenti, ma è evidentissimo che siete innocenti, perché questi bambini sono stati monitorati dai medici tutte le settimane, perché i medici giurano che non sono stati maltrattati, che non sono stati abusati, che non hanno subito sevizie. Niente da fare, la burocrazia è quella che è.

E l’estraneo, Potentissimo, si presenta sotto le vesti di un magistrato, poi di un altro, poi di un altro ancora. Vi perseguitano. Vogliono distruggervi. Non hanno fretta. Hanno i loro tempi. La prescrizione è lunga, la burocrazia è complessa.

Ci vogliono sei anni per arrivare al processo. Capite cosa vuol dire sei anni? Sei anni senza mai vedere i propri bambini, senza sapere come stanno, se chiedono di te, se si ricordano ancora, se crescono…

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.