Dopo 11 anni stesso progetto, stesso ponte, solo accorgimenti di natura tecnica ambientale e di sicurezza. Come promesso, dal programma elettorale alle ultime dichiarazioni, il governo di centrodestra fa sul serio sul Ponte sullo Stetto di Messina. Forse la grande opera più dibattuta di sempre nella storia della Repubblica italiana – e non solo. Il consiglio dei ministri ha approvato “salvo intese” il decreto sull’opera. Il ministro delle Infrastrutture, vice primo ministro e segretario della Lega Matteo Salvini esulta: “Sarà il ponte a campata unica più bello, più green e più sicuro del mondo”.

Il progetto è quello vecchio: il consiglio dei ministri ha approvato un primo schema di decreto che riporta al progetto del 2012, quando la realizzazione venne stoppata e la società messa in liquidazione. 3,2 chilometri di lunghezza, ponte sospeso strallato (ovvero: sostenuto da cavi) più lungo al mondo. Le torri saranno altre 382,60 metri, 60 i metri di larghezza dell’impalcato. Sei le corsie, tre per ogni senso di marcia, due i binari. Potranno attraversare seimila veicoli all’ora, 200 treni al giorno. L’obiettivo è quello di arrivare a un nuovo progetto esecutivo entro il 31 luglio del 2024 e di avviare i lavori entro la fine dello stesso anno. La realizzazione tecnica richiederà cinque anni secondo le previsioni dell’esecutivo e si ripartirà dalle autorizzazioni già ottenute nel 2012. L’approvazione “salvo intese” indica che non tutto è stato perfezionato, e infatti il testo definitivo non è stato diffuso.

Salvini ha parlato di “giornata storica” per l’Italia “dopo cinquant’anni di chiacchiere“, che il ponte sarà certificato dai “più grandi ingegneri delle migliori università”. Il leader di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi ha promesso: “Questa volta non ci fermeranno”. Già vent’anni fa con il suo governo era pronto il progetto naufragato, rimandato, mai realizzato. Salvini conta che il Ponte “darà lavoro a molte migliaia di persone per diversi anni” e che diventerà anche un’attrazione turistica. Il centrodestra aveva annunciato già nel programma in 15 punti in vista delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre l’intenzione di tornare sul punto. Si leggeva così al punto 2 di “Per l’Italia”, “Infrastrutture strategiche e utilizzo efficiente delle risorse europee”: “Rendere l’Italia competitiva con gli altri Stati europei attraverso l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere. Potenziamento della rete dell’alta velocità per collegare tutto il territorio nazionale dal Nord alla Sicilia, realizzando il ponte sullo Stretto“.

È una storia infinita quella del ponte sullo Stretto, già ipotizzato secondo il geografo Strabone dagli antichi romani che collegarono l’isola con un ponte di barche. Lo stretto è lungo tre chilometri e trecento metri. Il progetto cominciò a diventare qualcosa di politicamente ipotizzabile dopo l’Unità d’Italia. Il ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Zanardelli nel 1876 dichiarò: “Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente”. Anche Benito Mussolini, duce dittatore dell’Italia fascista, parlò del ponte. Il primo progetto serio partì nel 1981 con il governo Forlani che creò la Stretto di Messina SPA. Non se ne fece però niente, non partì nessun cantiere. Il progetto tornò sulle prime pagine con la campagna elettorale del 2001 di Silvio Berlusconi, anche attualmente alla guida di Forza Italia, che promise che il ponte sarebbe stato terminato entro il 2012. L’appalto venne vinto nel 2005 dal consorzio Eurolink.

Le innumerevoli difficoltà tecniche, la sismicità della zona, i dubbi sull’utilità economica, i costi, un’opposizione dura e popolare della sinistra del Paese resero il progetto infattibile e il Ponte protagonista di una saga tra il grottesco e il comico. Il governo Prodi nel 2006 fermò il progetto, il nuovo governo Berlusconi nel 2008 provò a farlo ripartire, il governo Monti nel 2012 bloccò ancora il progetto. La società Stretto di Messina SPA fu messa in liquidazione nel 2013. La Corte dei Conti ha stimato che tra il 1982 e il 2005, tra progettazioni e studi, il Ponte sia già costato quasi 130 milioni di euro. L’ultimo presidente del Consiglio a schierarsi apertamente – “noi siamo pronti” – per la realizzazione fu Matteo Renzi, che così si espresse all’evento dei 110 anni dell’impresa di costruzioni Salini-Impregilo. La società faceva parte del consorzio Eurolink che aveva vinto l’appalto e che a causa dello stop ai lavori aveva chiesto 790 milioni di euro di danni allo Stato.

Il decreto, secondo la bozza circolata nei giorni scorsi, come riporta l’Ansa, resuscita anche i vecchi contratti di appalto cancellati dal governo Monti, a partire da quello con Eurolink, il consorzio guidato da Salini (oggi Webuild) che vinse la gara internazionale d’appalto. Parteciperanno “Rete ferroviaria italiana spa, Anas spa., le Regioni Sicilia e Calabria, nonché, in misura non inferiore al 51%, il ministero dell’Economia e delle Finanze, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al quale ultimo sono attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa”. Anche la Banca Europea di investimento (Bei) valuta una sua partecipazione.

Salvini ha posato davanti al modellino del ponte che si trova presso il ministero delle Infrastrutture con i presidenti delle Regioni Calabria e Sicilia, Roberto Occhiuto e Renato Schifani, entrambi del centrodestra. “Ci vuole un moto d’orgoglio come c’è stato sul ponte a Genova”, ha osservato il viceministro Edoardo Rixi. Flash mob di protesta davanti a Montecitorio organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra. “Uno spreco di risorse da 10 miliardi di euro”, recitavano i cartelli dei manifestanti. “Serve a fare il poltronificio”, ha detto il deputato Angelo Bonelli contestando la norma nella bozza che sottrae i compensi dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina Spa, al limite massimo di 240 mila euro annui previsto per i manager di Stato. Bocciato il ponte per gli “elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari” anche da Wwf che ricorda come l’area dello Stretto sia ricompresa in due “importantissime Zone di Protezione Speciale”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.