L'elezione diretta del premier
Premierato approvato in Cdm, Meloni: “Riforma madre, così stop a governi tecnici e ribaltoni”

Via libera al testo che punta a introdurre il Premierato in Italia, ovvero l’elezione diretta del presidente del Consiglio. “La madre di tutte le riforme” secondo Giorgia Meloni e gli esponenti del suo esecutivo. Un disegno definito “anti-ribaltone” dalla ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati che ricorda che in Italia i governi sono stati “68 in 75 anni di storia della Repubblica con una durata media di 14 mesi”. Nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri di questa mattina (3 novembre), la premier annuncia che si tratta di “una riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio e garantisce due obiettivi che dall’inizio ci siamo impegnati a realizzare: il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine a ribaltoni, giochi di palazzo e governi tecnici” o “passati sulla testa dei cittadini”. Una riforma che, precisano dell’Esecutivo, non tocca “il ruolo del presidente della Repubblica, di assoluta garanzia e noi abbiamo deciso di non toccarne le competenze, salvo l’incarico al presidente del Consiglio che viene eletto”.
Meloni ribadisce: “Questa è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia perché se facciamo un passo indietro e guardiamo agli ultimi 20 anni abbiamo avuto 12 presidenti del Consiglio”. Per cui “quando i governi vanno a casa dopo un anno e mezzo c’è una debolezza. Io credo che sia una riforma fondamentale. È una priorità e proprio perché siamo stabili e forti abbiamo la responsabilità di cogliere questa occasione e per lasciare a questa nazione qualcosa che possa risolvere i propri problemi strutturali – continua la premier –Quello che non funziona nel sistema è l’orizzonte di legislatura” che è troppo breve: così “si privilegia la spesa corrente invece che gli investimenti”. Inoltre “l’assenza di stabilità ha creato un problema di credibilità internazionale, nelle nostre interlocuzioni”, osserva supportata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani che aggiunge: “E’ una battaglia storica già dai tempi dei governi Berlusconi”.
“Senza ribaltoni -aggiunge – il nostro paese può guardare con ottimsmo al futuro. Se passerà questa riforma, come noi pensiamo, il nostro paese avrà più credibilità a livello internazionale. I nostri partner avranno da discutere per 5 anni con gli stessi interlocutori, senza vederli cambiare continuamente come è successo in passato, che è stato un elemento di debolezza”.
Premierato, Meloni: è la fine dei governi tecnici, modificati 4 articoli
Il premier – spiega Meloni – può essere “sostituito solo da un parlamentare: quindi fine dei governi tecnici. Non ci sarà più la possibilità di fare maggioranze arcobaleno”. Oltre al presidente della Repubblica, l’altro ruolo che resta inalterato è quello del Parlamento. Poi vengono modificati 4 articoli della Costituzione. Il presidente del Consiglio eletto a suffragio universale contestualmente alle Camere. Si rinvia alla legge elettorale la responsabilità di garantire una maggioranza. È prevista anche una norma anti-ribaltone: il presidente eletto può essere sostituito solo in un caso, e solo da un parlamentare. È la fine dei ribaltoni”.
Infine ribadisce: “Noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, abbiamo mantenuto l’impegno che ci eravamo presi, si tratta di un’occasione storica che ci porta nella terza Repubblica ma poi deve sempre il popolo a decidere. Confido in un consenso ampio in Parlamento e se così non dovesse essere chiederemo agli italiani che cosa ne pensano con un referendum“.
Premierato, il disegno di legge
Nello specifico nel disegno di legge non c’è nessuna novità rispetto alle anticipazioni della viglia. Il testo del ddl “Introduzione dell’elezione popolare diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri e razionalizzazione del rapporto di fiducia” è composto da 5 articoli e prevede l’elezione a suffragio universale (cioè direttamente da parte dei cittadini) del presidente del Consiglio. Non è specificato se il premier debba essere eletto in un turno unico. Ciò significa che non è esclusa l’eventualità di un ballottaggio (come avviene nei Comuni).
Prevista una nuova legge elettorale con un premio di maggioranza. La coalizione o la lista che prenderà più voti (non è stata fissata al momento una soglia) otterrà il 55% dei seggi in Parlamento. Nel testo è inserita una norma antiribaltone, per impedire che in caso di caduta di un governo se ne possa costituire uno nuovo con una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne.
Riforme, non ci saranno più i senatori a vita
Un altro punto della riforma riguarda i senatori a vita: “Non ci saranno più, fatto salvo per gli ex presidenti della Repubblica e gli attuali senatori a vita. Dopo il tagli dei parlamentari l’incidenza dei senatori a vita è molto aumentata”, continua ancora Giorgia Meloni in conferenza stampa.
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