Prosegue l’inchiesta
Preside antimafia arrestata: cibo scaduto per la mensa dei bambini e le risate al telefono con la bidella
Daniela Lo Verde, la preside simbolo dell’antimafia della scuola Giovanni Falcone nel quartiere Zen di Palermo arrestata venerdì per peculato e corruzione, passava in rassegna il cibo della mensa decidendo cosa sarebbe andato agli alunni e cosa invece si sarebbe portata a casa. E accadeva che gli alimenti, tenuti mesi nella stanza della dirigente della scuola Falcone andassero a male. Una eventualità poco rilevante visto che le docenti complici della preside cancellavano la scadenza e li propinavano lo stesso agli alunni.
Emerge dall’inchiesta della Procura che ha portato all’arresto della donna, del suo vicepreside Daniele Agosta e della dipendente di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro, che riforniva in esclusiva e in assegnazione diretta l’istituto di pc e tablet. In cambio la preside riceveva dalla donna regali.
Ad agosto scorso nella mensa dei ragazzi, razziata dalla Lo Verde che portava via dall’origano, all’acqua, al tonno e alle patatine, mancava il burro. La soluzione la trova una delle collaboratrici della preside che trova un panetto nuovo nel frigo della preside, dove finivano tutte le derrate alimentari che la donna poi trasferiva a casa sua. Incurante che l’alimento fosse scaduto, prima pensa di servirlo ai bambini aperto, in modo che le docenti non coinvolte nei raggiri non se ne accorgessero, poi ha un’idea migliore: cancellare la scadenza con il vicepreside che commentava ridendo la possibilità di essere denunciati. Uno scambio che spiega bene il clima che si viveva nella scuola.
“Esiste una sorta di circuito consolidato secondo il quale se si rientra nelle grazie della preside si ha vita facile all’interno della scuola, altrimenti si vivono ritorsioni che rendono all’interno del plesso la vita molto difficile, come ad esempio quando ho denunciato unitamente a una collega il non rispetto delle normative Covid a due quotidiani online e subito dopo è stato indetto un collegio docenti in urgenza in cui la preside stessa chiedeva a tutti i docenti di smentire le nostre dichiarazioni sebbene io avessi delle prove fatte di video e fotografie”. Si apre così il verbale della docente della scuola Falcone dello Zen che ha denunciato la gestione illegale dei progetti europei da parte della preside Daniela Lo Verde, arrestata venerdì per corruzione peculato. La denuncia ha dato poi il via alle indagini che hanno svelato che la donna si appropriava del cibo della mensa e degli iPad assegnati ai ragazzi e acquistati con i fondi Ue.
Nell’esposto si descrive il clima che si respirava nella scuola, per anni citata come modello di educazione alla legalità. Un’insegnante ha raccontato inoltre come tutto questo creava nella scuola un clima di pressione a seguito del quale nessuno dei docenti contrastava la preside nelle sue decisioni.
Un altro racconto conferma come il mancato rispetto delle regole all’interno della scuola Falcone fosse una cosa ricorrente. Spaziava dalle questioni giornaliere come la gestione degli alunni e della didattica alla gestione dei progetti finanziati dall’Unione Europea.
Proprio a riguardo di questo aspetto è stato sottolineato il fatto che la scuola si fregia di portare avanti numerosi progetti sia in orario scolastico che in orario extrascolastico che con questi modus operandi venivano approvati sempre all’unanimità dal collegio e poi non sempre vengono attuati in maniera diligente e completa rispettando i relativi contratti visto che i ragazzi disertavano i progetti europei e la stessa preside che temeva di perdere i fondi, raccoglieva le firma ad attività concluse.
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