È iniziata ieri poco prima di mezzogiorno al tribunale di Tempio Pausania la nuova udienza del processo per violenza sessuale di gruppo contro Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5s, e i suoi tre amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. L’udienza, che è terminata nel tardo pomeriggio, era dedicata all’audizione della ventiduenne ragazza italo-norvegese che aveva denunciato di essere stata violentata la notte fra il 16 e il 17 luglio 2019 in una villetta del Pevero, in Costa Smeralda, in uso alla famiglia Grillo.

Il tribunale, su richiesta del difensore della ragazza, l’avvocata Giulia Bongiorno, ha deciso di sentirla in forma ‘protetta’, dietro una separé, per consentire solo al collegio di vederla mentre rispondeva alle domande. L’istanza era stata giustificata dalle condizioni di estrema vulnerabilità della giovane. I legali dei quattro imputati, come all’udienza dello scorso dicembre, si sono quindi dedicati al controesame di ‘Silvia’, nome di fantasia della studentessa italo-norvegese che ha dichiarato di aver conosciuto i quattro con un’amica (anche lei parte offesa al processo e difesa dagli avvocati Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano), al Billionaire di Porto Cervo.

Processo Ciro Grillo, i filmati che ‘Silvia’ rifiuta di vedere

La ragazza, che ha cominciato la sua deposizione lo scorso 7 novembre, ha risposto a più di un migliaio di domande, molte delle quali anche ripetitive. Ieri sono poi stati mostrati in aula dei filmati, che la ragazza si è rifiutata di vedere e che furono estrapolati dai cellulari degli indagati, con immagini di quanto accadde quella sera d’estate nella casa del fondatore del Movimento cinque stelle.

L’udienza di ieri si complessivamente svolta in clima migliore rispetto a quello delle altre volte in cui la ragazza aveva avuto dei crolli emotivi, accompagnati da crisi di pianto, che avevano determinato l’interruzione della deposizione. I precedenti interrogatori erano stati alquanto pressanti e finalizzati a saggiarne la credibilità, con domande anche molto personali. Una “caccia all’errore” secondo Bongiorno.

Processo Ciro Grillo, la “caccia all’errore” e i video “sconvolgenti”: “Erano consenzienti”

La linea difensiva degli avvocati degli imputati è sempre la stessa fin dall’inizio del processo: dimostrare che i rapporti sessuali, se ci sono stati, furono consenzienti ed i filmati in questione dimostrerebbero chiaramente che non avvenne alcuna violenza. Anche in passato la ragazza non aveva mai voluto guardare quelle immagini che, a detta dell’avvocata Bongiorno a margine di una precedente udienza, risultavano essere “sconvolgenti”.

“Il teste ha detto chiaramente, in maniera precisa, che si sentiva una preda”, ha dichiarato l’avvocato Dario Romano, codifensore della ragazza. “Il testimone è a disposizione del tribunale: ovviamente nel rispetto della sua persona. Sicuramente c’è una vittima che va rispettata”, aveva aggiunto Romano proprio riguardo i video.

Processo Grillo, la ragazza “preda” e la ‘vittimizzazione secondaria”

“Il suo racconto è stato tutto molto chiaro”, ha aggiunto il legale. Gli avvocati degli imputati hanno comunque sempre respinto l’accusa di voler porre in essere una ‘vittimizzazione secondaria’ sulla ragazza. “Abbiamo dato la disponibilità, per evitare la sofferenza processuale, a produrre le centinaia di pagine di materiale che le avrebbero consentito di sottrarsi alla sofferenza del confronto e del dibattimento e questo non è stato accolto. Se la parte vuole essere sentita deve essere sentita come prevedono le norme”, avevano precisato i legali dei quattro ragazzi, secondo i quali nel processo starebbero emergendo ‘contraddizioni’ rispetto a quanto la ragazza aveva dichiarato in sede di denuncia.

“Corsiglia ha detto che lui in quell’atto sessuale di gruppo non c’era, fisicamente era altrove. Ha fatto dichiarazioni spontanee dicendo chiaramente che non c’era in quell’episodio”, aveva sottolineato l’avvocata Antonella Cuccureddu, legale del ragazzo. “Una sequenza di non ricordo: non ricorda di aver baciato Ciro Grillo pur essendo stata vista da molteplici persone, non ricorda di aver messo le gambe su quelle di Corsiglia in taxi benché lo racconti la sua amica prima ancora che in udienza al pubblico ministero e ai carabinieri. Non ricorda di essersi allontanata dalla casa con i ragazzi dopo il primo episodio di atto sessuale, lasciando la sua amica in casa con uno solo di loro, benché ci siano delle foto che lo dimostrino. Lei dice di non ricordare questo episodio. Non ricorda sostanzialmente quasi nulla dei fatti che sono documentati, lei ricorda soltanto ciò che non ha una documentazione”, aveva puntualizzato Cuccureddu.

“Nei processi – ricordava il legale – si ricostruiscono i fatti, e il fatto di cui discutiamo è di violenza sessuale. Non c’è niente di intimo in una violenza sessuale: è una violenza se è una violenza oppure è una cosa intima, o è l’una o è l’altra”. Questa mattina è in programma l’ultima udienza destinata all’audizione della ragazza.