Da un lato l’introduzione della legge marziale, dall’altro l’inizio dell’evacuazione da uno dei territori occupati: è il doppio volto della Russia di Vladimir Putin in Ucraina. Lo Zar del Cremlino ha proclamato oggi la legge marziale nelle regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk, recentemente annesse da Mosca con un referendum farsa non riconosciuto dalla comunità internazionale.

L’annuncio è arrivato dal presidente russo nel corso del Consiglio di sicurezza nazionale, che era stato convocato per oggi,

Con l’introduzione della legge marziale entreranno in vigore restrizioni al movimento di persone e mezzi, il divieto di assembramenti e una ulteriore restrizione delle libertà individuali, tra cui coprifuoco, mobilitazione militare e la possibilità anche di trasferire provvisoriamente i residenti in zone considerate “sicure” dalle autorità locali.

La legge marziale non è l’unica novità introdotta da Putin per fare fronte al proseguo del conflitto iniziato lo scorso 24 febbraio.

Il Cremlino ha infatti introdotto un “livello medio di reazione “e una “mobilitazione economica” in altre otto regioni del Paese, tra cui anche la Crimea occupata e annessa illegalmente dal 2014, anche in quel caso dopo un referendum illegale.

La mossa di Putin è l’ennesimo segnale di escalation militare del conflitto, che arriva mentre le truppe russe continuano ad attraversare un periodo di difficoltà nel sud-est dell’Ucraina, dove la controffensiva ucraina sta provocando non pochi problemi alle forze militari del Cremlino, che non a caso sta rispondendo con bombardamenti pesanti anche sulla capitale Kiev.

L’altro segno di grave difficoltà arriva proprio da una delle regioni ucraine annesse da Putin in cui da oggi è in vigore la legge marziale. Nella città di Kherson l’autorità locale filo-russa ha ordinato alla popolazione civile di evacuare in vista di un “imminente attacco ucraino”.

In particolare il governatore Vladimir Saldo ha detto che circa 50-60mila civili lasceranno Kherson e altre zone occupate a ovest del fiume Dnepr per ritirarsi sulle sponde orientali: non è chiaro però se questi cittadini verranno trasferiti in Russia o potranno restare nei territori ucraini occupati dal Cremlino.

Di una possibile evacuazione di Kherson si parla ormai da una settimana, quando le autorità russe in città avevano già annunciato di essere pronte a trasferire i cittadini, o meglio quelli che sono rimasti, visto che in molti sono scappati mesi fa e un’altra parte è stata invece portata in Russia, non sempre di propria volontà.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia