Ironia e sarcasmo su Biden, parole di stima e affetto per Trump, una certezza: la Russia non sarà mai sconfitta in Ucraina. E un invito (a modo suo): pronti al dialogo ma Usa smettano di armare Kiev. Sono alcuni passaggi principali dell’intervista che il presidente russo Vladimir Putin ha rilasciato al giornalista americano Tucker Carlson, vicino a Donald Trump e autore di domande morbide e poco incalzanti. Una intervista pubblicata su X che ha ottenuto in appena sei ore ben 56 milioni di visualizzazioni.

Un incontro durato oltre due ore dove a Putin è stato chiesto della guerra in Ucraina, del rapporto Russia-Nato, del sabotaggio del Nord Stream, dell’intelligenza artificiale, del rapporto con Biden e Trump, in corso per le presidenziali americane, e dell’asse con la Cina. “Non ricordo – ha detto parlando di Biden – quando ci ho parlato l’ultima volta”. Invece riguardo Trump ha commentato: “Ho avuto un buon rapporto con lui. Non è una questione di leader, è una questione di mentalità”.

Putin a Usa: “Stop guerra con stop armi a Kiev”

Il presidente russo ha espresso dure critiche nei confronti degli Stati Uniti – “Se vogliono veramente la fine della guerra basta che smettano di inviare armi all’Ucraina”. Critiche anche all’ex premier britannico Boris Johnson, accusato di aver fatto saltare il tavolo negoziale che nella primavera del 2022 a Istanbul avrebbe potuto determinare dei cambiamenti alla cosiddetta operazione militare speciale. Putin ha rivolto accuse anche nei confronti della Central Intelligence Agency (Cia), indicata dal presidente russo come responsabile del “golpe” di piazza Maidan, che nel 2014 culminò nella fuga dall’Ucraina del presidente di allora, Viktor Janukovic, e del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream.

Putin su Ucraina: pace saltata 18 mesi fa ‘grazie’ a Johnson

Pochi mesi dopo lo scoppio della guerra, a Istanbul si tengono in negoziati e Putin spiega la sua versione dei fatti: l’Ucraina aveva firmato l’accordo ma poi aveva ritirato la firma su pressione di Johnson, per il quale “era meglio combattere la Russia”. Putin sostiene che a mettere la firma a parte dei preliminari di accordo sarebbe stato Davyd Arakhamia, il capo del partito al governo, Servitore del popolo, e consigliere di Volodymyr Zelensky. “E’ molto triste per me – ha detto Putin – perché, cosi’ come lo pensava anche Arakhamia, avremmo potuto fermare queste ostilità già da un anno e mezzo. Dov’è ora Johnson? E la guerra continua”.

 

Putin e la Cina: “La loro politica estera non è aggressiva”

Putin non ha poi riservato un nuovo attestato di amicizia nei confronti della Cina, affermando che “la politica estera” di Pechino “non è aggressiva”, e ha smentito categoricamente che la Russia possa attaccare la Polonia o i Paesi Baltici a partire dalla Lettonia: la Russia, ha spiegato, combatterà per difendere i suoi interessi fondamentali “fino alla fine”, ma non ha alcun interesse ad espandere il conflitto in Ucraina.

Sulla guerra in Ucraina ribadisce la sua certezza: “La Russia non sarà mai sconfitta in Ucraina e la Nato deve accettare le conquiste territoriali di Mosca”. Sulle negoziazioni Putin ha detto che “i piani di pace erano quasi finalizzati, ma Kiev li ha gettati all’aria e ha obbedito agli ordini dell’Occidente di combattere la Russia fino all’ultimo” ma “prima o poi si arriverà ad un accordo”.

Putin e Bush: “Non era un ragazzo di campagna che non capiva nulla”

Putin ha ricordato di “aver avuto un ottimo rapporto anche con Bush. So che negli Stati Uniti veniva dipinto come una specie di ragazzo di campagna che non capiva nulla. Vi assicuro che non è così. Penso che abbia commesso molti errori nei confronti della Russia, ma ha esercitato pressioni sugli europei”. Sempre sugli Stati Uniti Putin ha sottolineato che l’uso del dollaro “come strumento di lotta in politica estera è uno dei maggiori errori strategici” degli Stati Uniti. Putin ha fatto l’esempio che nel suo Paese le transazioni prima dell’inizio della guerra in Ucraina erano all’80% in dollari ed euro, ma che la percentuale è scesa a favore del rublo e dello yuan, che oggi insieme ammontano al 68%. Secondo Putin, con le sanzioni economiche gli Stati Uniti “credevano che ci avrebbero portato al crollo totale, ma niente è affondato”.

 

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