La Sicilia è un vero e proprio continente vitivinicolo, composta com’è da aree con caratteristiche pedoclimatiche differenti e da un mosaico di vigneti variegati che incarnano la pluralità delle sue denominazioni – 24 in totale. Con i suoi 26 mila kmq, la Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo e la regione più estesa d’Italia. La Sicilia rappresenta, con 98.992 ettari, la prima regione vitivinicola italiana per superficie vitata e la decima nel mondo, ma è al quarto posto in Italia per produzione complessiva con una resa per ettaro è inferiore rispetto a molte altre regioni.

Una posizione privilegiata – al centro del Mar Mediterraneo – e un clima ideale – sufficientemente variegato – fanno della Sicilia la regione perfetta dove coltivare uve dall’elevato potenziale qualitativo. Alla varietà dei climi fa da specchio la ricchezza dei suoli dove sono coltivati vitigni autoctoni e internazionali, un patrimonio regionale di ineguagliabile ricchezza. Ad oggi, in Sicilia, si coltivano più di 60 varietà, di cui una ventina autoctone. Tra le principali autoctone a bacca rossa, nell’ordine: il Nero d’Avola, il Nerello Mascalese, il Frappato, il Nerello Cappuccio, il Perricone. Tra le principali autoctone a bacca bianca, nell’ordine: il Catarratto, il Grillo, l’Inzolia, il Grecanico, lo Zibibbo, il Moscato bianco, il Carricante, la Malvasia. La combinazione di tutti questi elementi rende i vini ricchi di un’ampia molteplicità di espressioni. La vendemmia va da fine luglio a novembre ed è in grado di offrire vini con caratteristiche completamente differenti.

Proprio per conoscere meglio questa straordinaria realtà ritorna in questi giorni nella cittadina di Erice Sicilia en Primeur, la finestra internazionale del vino siciliano promossa da Assovini, l’associazione che riunisce 90 aziende vitivinicole siciliane che condividono principalmente tre elementi: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato. Il borgo medievale di Erice ospita nei luoghi più iconici e rappresentativi la18esima edizione confermando la sua natura di centro storico- culturale e scientifico. Sicilia en Primeur è anche un’occasione per promuovere il patrimonio vitivinicolo e storico-archeologico siciliano attraverso gli enotour che ospitano la stampa nazionale ed estera, sottolineando che in Sicilia il binomio vino e cultura è sempre più vincente.

“Il tema di questa edizione – “Back to the roots. La Sicilia vive il futuro” – mette la produzione vitivinicola siciliana al centro del dibattito sui cambiamenti climatici, e candida l’Isola a pioniera nella vitivinicoltura sostenibile 4.0 anche in questo nuovo contesto” afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia. E spiega: “La capacità dei produttori e del territorio siciliano di adattarsi negli anni a determinate condizioni estreme – dalla scarsità idrica alle elevate temperature – hanno permesso di acquisire un know how che oggi è alla base di un modello siciliano di vitivinicultura sostenibile, oltre che la chiave di successo. A giocare un ruolo fondamentale nel futuro vitivinicolo siciliano sono le variabili come la biodiversità, le buone pratiche tradizionali, le tecniche agronomiche attuali e sostenibili, le varietà autoctone”.

Tutti elementi che insieme alla ricerca, lo studio, le sperimentazioni, la qualità della produzione, fanno della Sicilia “un laboratorio vitivinicolo unico e una guida nella gestione sostenibile dei cambiamenti climatici”  conclude de la Gatinais. In questa edizione 2022, dopo due anni di assenza, si ritrovano in Sicilia giornalisti nazionali, europei, internazionali, oltre alla stampa regionale. Dopo gli enotour, dal 27 al 29 Aprile, appuntamento ad Erice il 30 Aprile con il convegno e apertura di Sicilia en Primeur 2022. Tra le novità, uno speciale focus sul catarratto con la masterclass condotta dal professore Nicola Francesca “Il Catarratto: Tempo e Altitudine per generare la bellezza di un aroma”.

 

 

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