Il rosso, che ossessione
Quei “giudici comunisti” che non ascoltano la “volontà popolare”: l’ennesima guerra tra politica e magistratura sui centri di permanenza
Giudici eversivi. Anzi, peggio: comunisti! Tuona la maggioranza di governo, tuona il leader della Lega – e vicepremier – Matteo Salvini. Sui due centri di trattenimento per richiedenti asilo aperti dal governo in Albania si sta consumando l’ennesima guerra tra politica e magistratura. Ma in che senso i giudici sarebbero eversivi? Si chiederà qualcuno. Partiamo da due semplici parole: paesi sicuri. 19, secondo il governo, tra cui il Bangladesh delle persecuzioni religiose e l’Egitto dove è stato ucciso Giulio Regeni. Una scelta da prendere di volta in volta, invece, secondo i magistrati di Roma, prima, e di Bologna poi, che si basano su una posizione espressa dalla Corte di giustizia europea. Ma andiamo con ordine.
La definizione di Paese sicuro
I paesi di provenienza delle persone migranti che arrivano in Italia non sono – ovviamente – tutti uguali. Definisca allora il candidato il concetto di “paese sicuro”. Si trattasse di un tema per un esame di maturità, c’è da credere che qualcuno solleverebbe la legittima domanda: caro professore, sicuro sì, ma per chi? E della necessità di porsi questa domanda sembra appunto convinta anche la Corte europea che si è pronunciata su questo il 4 ottobre, specificando che è sicuro un paese in cui ogni gruppo, anche minoritario, possa dirsi non in pericolo. Diversa l’idea del governo italiano, che con un recente provvedimento ha aggiornato il suo elenco di paesi sicuri, arrivando a includerne 19.
Chi ha ragione?
E quindi, tra la norma nazionale e quella internazionale, chi ha ragione? Questa è la domanda che il tribunale di Bologna, con un rinvio pregiudiziale, ha posto alla Corte dell’Unione europea. Secondo i criteri utilizzati dall’Italia – hanno aggiunto i giudici – anche la Germania nazista, dove a essere perseguitate erano solo le minoranze, sarebbe stata “sicura”. La politica fa le leggi, i giudici le applicano e se hanno dubbi nell’applicarle li chiariscono nelle sedi competenti. In questo caso, la Corte europea.
Il rosso, che ossessione
Tutto normale, quindi? Secondo i partiti di governo, no. Giudici eversivi, dicevamo. Anzi, peggio: comunisti! Non vogliono proprio saperne di ascoltare la volontà popolare, accusa il centrodestra, come se fosse una colpa e non invece il preciso mandato che la Costituzione (su cui i membri del governo giurano) attribuisce proprio ai giudici. “Si tolgano la toga, tirino fuori la divisa rossa da comunisti”, aggiunge Salvini in un video social. Il rosso, che ossessione. Istituzione contro istituzione, politica contro magistratura: un rituale che ciclicamente ritorna. Restiamo sul punto: a chiedere la protezione internazionale sono per lo più migranti appartenenti a minoranze. Se una norma – nel decidere quale paese sia sicuro e quale no – non tiene conto di queste minoranze, la norma in questione o è illegittima o è paradossale. Anche più paradossale del paragone con la Germania nazista rievocato dai giudici di Bologna. E che nessuno la prenda sul personale, era solo un esempio.
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