Scontro tra Ranucci e Italia Viva
Renzi e l’incontro con lo 007 Mancini, Report evoca il ‘complotto’ sulla caduta del governo Conte
Una ‘polpetta avvelenata’ per colpire Matteo Renzi? Questa sera Report, su Rai3, manderà in onda un servizio già largamente anticipato sui social e dalla ‘stampa amica’ come il Fatto Quotidiano, sull’ex premier e leader di Italia Viva.
Cosa ci sarà nel servizio? I rapporti tra lo stesso senatore di Scandicci e Marco Mancini, agente segreto italiano, dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). I due, ricostruisce la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, si incontrano per circa 40 minuti il 23 dicembre scorso, nel pieno della crisi del governo Conte II, mentre il tema dei servizi segreti e della delega che il premier non vuole cedere sono al centro dell’agenda politica.
Il ‘meeting’ avviene un parcheggio dell’autogrill di Fiano Romano, nei pressi di Roma, e sarebbe filmato e poi girato a Report da una insegnante, che resta lì 40 minuti e riconosce Renzi, che sarebbe arrivato a bordo della sua auto blu per incontrare Mancini, definito più volte in atteggiamenti “loschi”, che sarebbe già stato sul luogo assieme a due uomini di scorta.
Da parte sua Renzi, nella video anticipazione di Report, spiega che avrebbe dovuto incontrare Mancini nel suo studio di Roma, di essersene dimenticato e di esser stato raggiunto dallo stesso Mancini all’autogrill di Fiano Romano mentre lo stesso Renzi stava tornando a Firenze.
ITALIA VIVA: 45MILA EURO PER SERVIZI CONTRO RENZI? – A difensa di Renzi interviene quindi Italia Viva che ha presentato una interrogazione a firma deputato Luciano Nobili, indirizzata al ministero dell’Economia e delle Finanze. Il partito renziano evoca infatti una “presunta fattura da 45mila euro ad una società lussemburghese per confezionare servizi contro Renzi”.
“Vogliamo vederci chiaro e capire se soldi pubblici sono stati utilizzati per pagare informatori allo scopo di costruire servizi confezionati per danneggiare l’immagine di Renzi. Ci chiediamo con preoccupazione se la Rai compri informazioni con i soldi degli italiani per le sue trasmissioni di inchiesta”, spiega Nobili.
Nel testo dell’interrogazione è scritto: “Si interroga il Ministro per sapere: 1. se siano intercorsi rapporti economici nel mese di novembre 2020 fra la società Tarantula Luxembourg Sarl e la Rai TV e segnatamente se esista una fattura con oggetto Alitalia/Piaggio pagata dalla Rai a tale società per un totale di 45.000 euro e nel caso chi l’abbia autorizzata. 2. Se la redazione di Report abbia mai avuto rapporti con il dottor Francesco Maria Tuccillo, ex collaboratore della Piaggio Aerospace, e se vi siano stati rapporti economici fra la societa’ lussemburghese e il dottor Francesco Maria Tuccillo”. L’interrogazione, viene spiegato, fa riferimento ad alcuni servizi andati in onda su Report: “In data 30 novembre 2020 la trasmissione tv Report, in onda su Rai 3, realizza un servizio dal titolo ‘Allacciate le cinture’, avente ad oggetto le vicende societarie di Alitalia e Piaggio Aerospace. Nella trasmissione si citano i rapporti del Governo Renzi con gli Emirati Arabi e una conferenza ad Abu Dhabi svolta successivamente dal Senatore Matteo Renzi; Nella trasmissione si intervistano testimoni che paventano rapporti personali e di favore – compreso l’inesistente pagamento di un volo privato – fra il dottor Alberto Galassi, ex amministratore delegato e poi Presidente di Piaggio Aerospace, e l’entourage del Senatore Matteo Renzi; il 2 febbraio 2021, i quotidiani Il Foglio, Il Giornale e Il Tempo accennano a presunte mail scambiate fra l’allora portavoce di Palazzo Chigi Rocco Casalino e la Rai, aventi ad oggetto servizi che sarebbero stati confezionati al fine di danneggiare l’immagine del Senatore Matteo Renzi; il servizio in oggetto viene stranamente mandato in onda due volte, la seconda il giorno 28 febbraio 2021”.
Messaggio agli inconsolabili: il Governo Conte non è caduto per intrighi, complotti o incontri segreti (all’autogrill🤣).
Semplicemente Draghi è meglio di Conte e l’Italia oggi è più credibile.
Tutto qui, si chiama politica— Matteo Renzi (@matteorenzi) May 3, 2021
Lo stesso Matteo Renzi è intervenuto sui social con un messaggio rivolto a chi, come il ‘deus ex machina’ dell’ex segretario PD Nicola Zingarreti, Goffredo Bettini, vede un complotto dietro la caduta del governo Conte, per mettere in chiaro la situazione. “Messaggio agli inconsolabili: il Governo Conte non è caduto per intrighi, complotti o incontri segreti (all’autogrill…). Semplicemente Draghi è meglio di Conte e l’Italia oggi è più credibile. Tutto qui, si chiama politica”, scrive Renzi.
RANUCCI NEGA TUTTO – Accuse che Ranucci rispedisce al mittente, definendo l’interrogazione di Italia Viva “fango”. Report, dice il conduttore del programma, “in 25 anni non ha mai pagato una fonte e soprattutto non ha mai realizzato servizi contro. Noi abbiamo come unico editore di riferimento il pubblico che paga il canone”.
Ranucci smentisce anche il riferimento “ad alcune mail che io avrei scambiato con il portavoce di Conte all’epoca Rocco Casalino addirittura sulla carta intestata. Io non uso mai la carta intestata, non ho mai mandato mail a Casalino, si tratta di un dossier avvelenato sulle cui tracce eravamo già da tempo, da gennaio per fortuna l’avevamo intercettato e anche altri colleghi che stavano per stamparlo si sono resi conto che era un falso clamoroso. Tutto questo avviene, singolarmente, il giorno in cui abbiamo annunciato e manderemo in onda questa sera delle immagini che riguardano il senatore Renzi che incontra ai margini di una stazione di servizio l’agente segreto 007 Marco Mancini, l’agente che era stato coinvolto in un’attività di dossieraggio illecito nel caso Telecom nel 2006 e nel rapimento di Abu Omar. L’amarezza più grande è prendere atto che queste note vengono proprio dalle stesse persone che in queste ore hanno evocato la libertà di espressione nel caso”.
CHI E’ MANCINI – Mancini è un personaggio dal passato controverso: era stato arrestato nel 2006 con l’accusa di concorso in sequestro di persona riguardo al rapimento di Abu Omar, imam egiziano della moschea di viale Jenner a Milano. Nel processo, col pm Armando Spataro che aveva chiesto la condanna a 10 anni per Mancini, l’agente dei servizi segreti se la caverà col non luogo a procedere in ragione del segreto di Stato, confermato in Appello. La Cassazione nel 2012 annulla la sentenza ritenendo che il segreto di stato non cora tutti i comportamenti dello 007, si torna ad un nuovo processo in Appello con la condanna a 9 anni di reclusione.
Grazie ad un verdetto della Corte Costituzionale sull’applicabilità del segreto di stato, in Cassazione viene annullata senza rinvio la condanna nei confronti di Mancini (assieme a colò Pollari, direttore del SISMI, ed altri 3 agenti) in quanto “l’azione penale non poteva essere perseguita per l’esistenza del segreto di Stato”.
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