Ricordate la (macabra) storiella? Una signora dimentica la diagnosi e torna indietro: “Come aveva detto, dottore? Capricorno?”. “No, signora, rispondeva il medico, avevo detto cancro”. Ci fu il tempo dell’umorismo mortuario, tipo: “Pierino smetti di giocare con le trecce di tua sorella, o la seppellisco”. Oppure: “Papà, mamma è cattiva”. “Zitto e mangia”. Ci fu un periodo in cui gli italiani furono attraversati da un’ironia che contrastava l’ottimismo del miracolo economico, con un PIL alla cinese e la libertà ai limiti dell’’anarchia.

Lo schema torna attuale, o almeno ci torna in mente ogni volta che assistiamo a un telegiornale sul bubbone giustizia e sul bubbone Roma. Il primo è (ri)-scoppiato con le confessioni di Palamara seguite da quelle di Amara , con un irrilevante strascico di irritualità, bizzarrie, ma più che altro strani giornalisti che inchiavardano e non pubblicano, giudici che vagano smarriti perché non sanno più quel che non fanno, e persino presidenti di commissioni parlamentari che confidano ai telegiornali di essere al corrente di notizie gravissime, loro riferite senza averne titolo e che poi per giunta tacciono. Che ci sia qualcosa di marcio in Danimarca? Non lo sappiamo. Ma da noi sì.

Il nostro, non dimentichiamolo, è il Paese delle Eccellenze, di Pinocchio e Mangiafuoco, del Giudice Scimmia e della Colonna Infame, dei forni e della peste e del Carattere degli italiani descritto da Leopardi, e non per caso sembrava naturale fino a poco tempo dare dell’eccellenza con larghezza : eccellenza di qua e di là, la farò contattare da sua eccellenza, una persona molto vicina a sua eccellenza e così via. Si dava dell’eccellenza a chiunque occupasse un gradino alto in carriera. Prima che la pandemia scoperchiasse come una scatola di tonno il povero disgraziato paese, tutti ci sentivano in obbligo di ripetere con me un ritornello – oggi si dice mantra, attenzione – che il nostro sistema sanitario è un’eccellenza. Che tutti ce lo invidiano. Nei paesi dell’est dell’ovest del sud del nord non si fa che un gran parlare di quanto sia eccellente l’eccellenza italiana.

E così gli italiani si sono nutriti della propria eccellenza ,quando invece ,se non sbagliamo, il sistema sanitario nazionale ha fatto schifo: hanno eccelso soltanto migliaia di poveri lavoratori medici paramedici infermieri, comunque legati al sistema sanitario, che sono stati criminalmente esposti al contagio, alla malattia e spesso alla morte proprio perché il sistema sanitario non funzionava affatto, il protocollo era stato sotterrato, i ministri tacevano, mentivano, baravano. Baravano tutti con i miliardi di mascherine inutili, e con i banchi a rotelle per luna Park , mentre mancavano i respiratori e invece arrivava il vaccino cinese che non serve a nulla come certificato con molto lodevole spontaneità dallo stesso governo di Pechino: il nostro vaccino fa schifo, dovremmo adottare quello americano.
L’Italia non ha prodotto uno straccio di vaccino. La Germania si: lo Pfizer è un vaccino inventato da una startup tedesca e poi prodotto dagli americani malvagi assoldati da Trump con iniezioni di denaro pubblico del contribuente americano sul sistema farmaceutico. Tuttavia è stato gridato in tutti i telegiornali che – attenzione, attenzione – ora arriva il vaccino italiano, già lo imbrodano allo Spallanzani negli scantinati: è tutto un brulicare di eccellenze nello scantinato.

Balle. Tutte balle. Vogliamo invece parlare di Giustizia? Il sistema giudiziario italiano è una vergogna nazionale ma anche internazionale, prova ne sia che adesso finalmente la Cartabia – il nuovo pregevole ministro alla quale va tutta la nostra simpatia – mette mano a qualcosa che assomigli a una riforma per non restare fuorigioco dopo il diktat europeo che dice: “Maledetti italiani, o fate subito una rivoluzione giudiziaria che vi metta nel consesso del genere umano civile, o i soldi ve li scordate perché noi col cavolo che ve li daremo mai, visto che voi non siete delle eccellenze ma siete, se volete usare le parole vernacolo del vostro Eduardo, la schifezza delle schifezze .

Ma la parola eccellenza è una parola diventata di sinistra. E la sinistra dice che il nostro sistema giudiziario e in fondo eccellente perché abbiamo avuto tanti martiri della giustizia e che dire del sistema informazione visto che non sono mancati i poveri morti tra giornalisti, giudici e forze dell’ordine? Come del resto avviene più o meno in ogni paese della nostra epoca e della nostra parte di civiltà. Viene dato a bere che l’Italia sia ancora quel paese magnifico e desiderabile che tutti abbiamo imparato a conoscere attraverso gli occhi degli altri essendo per nostro conto del tutto ciechi, andiamo a tentoni brancolando guidati da cliché e senza un minimo di autonomia intellettuale. Il governo Draghi si è imposto sugli intellettuali parigini affinché mollassero la presa sui brigatisti ma sappiamo che il problema dell’ inflizione della pena ai fuorusciti invecchiati non sarà reale per anni. Il fatto è che oggi il governo Draghi, da asolo, ha permesso al vecchio catorcio in panne di fermarsi alla pompa e fare il pino di credibilità per ripartire.

Ma tutti sappiamo che un solo drago non basta, non foss’altro perché abbiamo visto il trono di spade dove la famosa reginetta con aspirazioni tiranniche, di draghi ne aveva almeno tre. Noi ne abbiamo uno ma buono e speriamo che duri ma più che altro che faccia scuola. E la scuola ci sembra sia quella dell’abolizione dell’enfasi. Facendo a meno dell’enfasi, dell’urlo, della denuncia a casseruola, della tammurriata sindacale, e del mugugnone leghista o pentastellato. Manca del tutto il ruggito del topo di una sinistra che non sa più vociare, non per buona educazione ma perché ha smarrito l’identità e poi è andata in una banca della catena Bancomat Cinque Stelle per ottenere un fido. E perché? Perché non essendo in grado di ricostituire il capitale ideale perduto, il Partito Democratico resta ondivago, promuove banalità con punte di astio, dà segni di stizza ma non di idee.

E poi Roma. Non è forse l’eccellenza fra le eccellenze? Ebbene, persino su Roma il Pd ha l’occasione di conquista del Campidoglio ma non lo farà per aggirare la regola secondo cui se vuoi fare una frittata, devi pur rompere le uova. Le uova sono l’alleanza con l’eccellenza Raggi, il suo corteo di buche, Ama, cimiteri, trasporti, infezioni e tracotanze. Una cosa, una sola doveva fare il Pd: rompere. Ma traccheggia, così come traccheggia sulla giustizia sempre incerto fra irritualità e accuse da ergastolo. e allora? Grillo? No, ora Grillo è un po’ nei guai. E allora il PD resta aggrappato a Draghi come un naufrago alla ciambella, e cerca soltanto di far mollare la presa di Salvini. Strategia desolante che riconduce alla storiella all’iniziale: è reversibile la malattia che si è beccato il PD, o è solo sempre sotto l’influenza delle stelle cadute?

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.