Dicono le voci, informatissime, di quelli che sanno di Pd e di Roma, che Nicola Zingaretti sarebbe sul punto di decidere. Più precisamente di accettare. Il partito, o comunque la parte più moderna e liberal del partito, gli chiede di candidarsi a sindaco di Roma. Lui è incerto. La rottura consumata con l’abbandono della segreteria del Pd brucia ancora. Però Zingaretti è un vecchio militante e una persona seria, e capisce che abbandonare Roma sarebbe per la sinistra una ferita che poi non sarebbe facile rimarginare.

Roma è la città che ha vissuto i suoi anni migliori, più belli, con Petroselli e con Rutelli e persino con Veltroni. E Zingaretti è stato un ottimo amministratore sia in Provincia che in Regione. Conosce bene il mestiere e conosce bene la città. È un ottimo candidato a sindaco. Certo, il compito è duro. La Raggi lascia una città in condizioni pietose. Proprio per questo la sfida vale. Voi sapete quante volte abbiamo criticato Zingaretti segretario del Pd. La sua “mollezza” verso i grillini è quello che non ci è mai piaciuto. Noi siamo convinti che quell’errore sia costato tantissimo al Pd.

È il momento di rovesciare tutto. Candidarsi al Campidoglio, rompere coi 5 Stelle, far riprendere alla sinistra un cammino che riparte da Roma, e che riparte dai suoi valori, e che getta via il compromesso coi qualunquisti. È solo un sogno di noi riformisti, libertari, radicali? I sogni spesso si avverano. Daje, Zinga: altro che Mourinho!

Avatar photo

Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.