L’obiettivo di arrivare a soluzioni condivise
Cartabia ribadisce: “Processi giusti e brevi, sulla prescrizione no al prendere o lasciare”
«La giustizia non può essere più solo la spada recata in mano dalla dea bendata, privilegiamo lo sguardo sulla bilancia e cerchiamo soluzioni bilanciate con adeguato contemperamento degli interessi di tutti»: con questa metafora ieri la Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha concluso l’illustrazione delle sue linee programmatiche davanti alla Commissione Giustizia del Senato. «Credo che potremo farcela – ha aggiunto- ma ce la faremo se saremo sostenuti dalla stessa convinzione che in altra epoca, non meno drammatica e divisiva della nostra, ha sostenuto i padri costituenti e fondatori del grande progetto europeo». L’obiettivo è sempre quello: arrivare a «soluzioni condivise» sulle riforme in materia di giustizia.
Il nodo più critico da sciogliere resta però forse quello della prescrizione, che sarà affrontata «nelle sedi appropriate»: «costruiremo un meccanismo diverso dal prendere o lasciare l’esistente», ossia la riforma Bonafede, evitando di «esacerbare il dibattito prima ancora di cominciare» e con la consapevolezza che i primi effetti della norma «si vedranno tra diversi anni». Ciononostante, ha chiarito: «Il tema andrà affrontato tempestivamente». E il faro rimane sempre la Costituzione, che chiede «processi giusti e brevi». E ciò sarà possibile anche grazie al lavoro delle commissioni istituite a via Arenula: proprio ieri pomeriggio si sono riuniti per la prima volta i due gruppi ministeriali sulla riforma del processo penale e civile. Si è trattato di una riunione organizzativa; la Ministra ha salutato i membri che poi – chi in presenza, chi da remoto – hanno cominciato a programmare i prossimi passi: su quale questione focalizzare il proprio lavoro, quali attori ascoltare per ricevere le varie proposte. Ad esempio, sul penale si accoglieranno, tra gli altri, i pareri dell’Anm, che la Ministra ha già incontrato, e quello dell’Ucpi, con cui si incontrerà nei prossimi giorni. Le commissioni, infatti, non faranno tutto da sole: il loro sarà un lavoro di sintesi delle varie istanze, per preparare, entro la fine di aprile, il pacchetto di proposte del Ministero al disegno di legge delega sul processo penale in discussione alla Camera. Quindi il tutto andrà fatto velocemente: «li inviterò a fare presto – ha detto la Ministra in Senato – e usare le poche settimane per completare le nostre proposte. Ma abbiamo bisogno di altrettanta sollecitudine da parte del Parlamento».
Ma la Ministra ha incalzato il Parlamento anche in relazione ai richiami della Consulta di cui è stata Presidente: «Tanti richiami della Corte Costituzionale non arrivano abbastanza al legislatore. La Corte resterebbe nel suo specifico se potesse contare sulla risposta pronta del Parlamento». Un esempio? La questione sul fine-vita. Proprio nel giorno in cui la Spagna ha legalizzato l’eutanasia, Marco Cappato, leader dell’Associazione Luca Coscioni, ha fortemente criticato l’immobilismo delle Camere sul tema: «Dopo 7 anni e due richiami ufficiali caduti nel vuoto da parte della Corte costituzionale il Parlamento non ha avviato quella discussione in plenaria che i Parlamentari delle precedente maggioranza avevano garantito sarebbe avvenuta entro il 2020».
Infine la Ministra ha dedicato uno spazio anche al tema a lei caro delle carceri: «La messa alla prova e i lavori di pubblica utilità stanno avendo un grosso successo. Sono 18.900 le persone che stanno volgendo l’esecuzione della pena esterna e circa 9mila quelle del lavoro di pubblica utilità. Pensate se questo si aggiungesse ai già sovraffollati carceri italiani».
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