Se un eventuale governo Draghi, quello di “alto profilo” chiesto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dovrà fondarsi anche sull’appoggio e sui numeri in Parlamento della Lega, l’inizio sembra partire col piede sbagliato.
Tra le quattro priorità espressa da Draghi nel breve discorso tenuto dopo aver accettato con riserva l’incarico dal capo dello Stato, l’ex presidente della Banca centrale europea aveva inserito infatti il completamento della campagna vaccinale, uno dei temi di maggiore scontro nella vecchia maggioranza in particolare per i ritardi e il ruolo del supercommissario Domenico Arcuri.
Mercoledì un segnale non incoraggiante sulla questione è arrivato da Matteo Salvini, che ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, ha proferito parole ammiccanti al pubblico (e all’elettorato) no vax. Cosa ha detto l’ex ministro dell’Interno? Interpellato dalla giornalista, che chiede ancora una volta al leader del Carroccio se si vaccinerà contro il Coronavirus, Salvini continua imperterrito nella sua strategia di non sbilanciarsi.
#ottoemezzo Matteo Salvini sul commissario all’emergenza #Covid Domenico #Arcuri: “Ha fallito su tutto. Non chiedo la testa di nessuno…Ma se al posto di un Arcuri ci fosse un Bertolaso sarei più tranquillo” @matteosalvinimi https://t.co/cA16ZklcaG
— La7 (@La7tv) February 3, 2021
“Quando arriverà il mio turno farò quello che il mio medico mi suggerirà – ha replicato il segretario della Lega alla Gruber -. Visti i tempi di Arcuri, penso che ne parleremo tra due anni”. Nessuna risposta secca, nessun sì o no che possa finalmente far capire la posizione sul vaccino di Salvini.
Ma il teatrino non si ferma lì. In studio c’è anche la giornalista del Sole 24 Ore Lina Palmeri, che incalza Salvini chiedendo se ha parlato con il fantomatico medico. La risposta? No. Insomma, il leader del Carroccio ancora a febbraio 2021 usa parole strumentali per non prendere una posizione chiara sul tema della vaccinazione, sul quale ogni giorno bombarda l’ormai ex esecutivo Conte, ammiccando così alla platea (vasta) di elettori scettici sui vaccini.
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