In attesa dell’esumazione del corpo ritrovato sotto più di due metri di terra in un rudere a Novellara di Reggio Emilia, emergono nuovi dettagli sull’inattesa svolta sul caso della scomparsa di Saman Abbas.

Quel corpo dovrebbe infatti appartenere alla 18enne di origini pakistane scomparsa nel nulla nella notte del 30 aprile 2021 dopo aver rifiutato un matrimonio combinato da parte della famiglia.

Ad indicare il luogo, un casolare distante circa 500 metri dall’abitazione della famiglia Abbas, sarebbe stato lo zio Danish Hasnain. A riferirlo sono fonti qualificate degli inquirenti all’agenzia Ansa. L’uomo, indagato e attualmente recluso nel carcere di Reggio Emilia proprio in relazione all’omicidio della nipote, venerdì sarebbe stato accompagnato dalla polizia penitenziaria nel casolare diroccato a Novellara. La decisione di collaborare con gli inquirenti sarebbe avvenuto dopo l’arresto di Shabbar, il padre di Saman.

Già dal pomeriggio sono partiti i lavori di scavo che sono proseguiti fino a ieri, alla presenza dei carabinieri che svolgono le indagini. Per l’esumazione del corpo vi vorrà qualche giorno, poi si dovrà provvedere alla richiesta di  incidente probatorio urgente alla Corte di assise per procedere con una perizia nel contraddittorio delle parti, dal momento che è già fissato il processo, come spiegato sabato dal procuratore di Reggio Emilia Gaetano Calogero Paci.

Quest’ultimo nella giornata di sabato aveva sottolineato come l’arresto del padre di Saman, Shabbar, avvenuto martedì scorso in Pakistan, dove si era rifugiato assieme alla moglie Nazia (ancora in fuga), “non c’entra assolutamente nulla” con il ritrovamento dei resti.

Saranno dunque probabilmente i giudici a nominare un perito per dare il via alle operazioni che prevederanno anche l’estrazione del Dna per avere la conferma si tratti di Saman Abbas.

Per la morte della 18enne, colpevole agli occhi dei familiari di non voler sposare un ragazzo sconosciuto in patria, sono cinque gli indagati. Il fratello minore di Saman, che aveva assistito a una riunione di famiglia in cui si parlava del progetto del delitto della sorella e della sua sparizione, aveva denunciato i genitori e tirato in ballo anche lo zio Danish e due cugini, Nomanulhaq e Ikram.

Per questi ultimi tre la Procura di Reggio Emilia ha chiesto e ottenuto l’arresto e il rinvio a giudizio dopo essere stati rintracciati durante la loro fuga in Francia e Spagna. I tre sono stati estradati e ora sono nelle carceri italiane in misura cautelare.

Redazione

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