Gennaro Sangiuliano si è presentato questa mattina in procura a Roma, nell’ufficio del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini. L’ex ministro della Cultura, dal volto cupo, era scortato dalle sue guardie del corpo e accompagnato dal suo legale, Salvatore Sica.

Attualmente, Sangiuliano, da poco tornato in Rai in veste di giornalista, si trova in una doppia posizione: quella di indagato e di vittima. Da un lato la denuncia a Maria Rosaria Boccia, la dottoressa consulente con cui ha avuto un legame affettivo per lesioni (nota ormai la ferita in testa del ministro dimissionario) violazione della privacy, violenza privata e il furto della fede nuziale in oro (tutte volte a verificare se la donna abbia o meno ricattato Sangiuliano, allora ministro, per ottenere un incarico come consulente nel suo dicastero), dall’altra parte, l’accusa di peculato: si sospetta infatti che, durante il suo mandato nel governo Meloni, abbia fatto uso improprio di risorse statali, come auto blu e voli, per accompagnare Boccia a diversi impegni lavorativi e parallelamente la Corte dei Conti dovrà accertarsi dell’assenza di danno erariale.

In merito alla prima, soltanto dieci giorni fa erano stati sequestrati subito alcuni supporti informatici, a partire dal cellulare, ma anche il computer e i famosi occhiali Ray-Ban con i quali Boccia girovagava di giorno e notte a Montecitorio per documentare un “tour notturno” della struttura e forse anche per altri fini.  Dalle prime parole di Sangiuliano, rese in questi minuti, il punto di partenza per le indagini.

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