Studiava e si manteneva facendo il rider Sebastian Galassi, il 26enne morto sabato sera a Firenze in seguito a un incidente stradale avvenuto poco dopo le 21. Sebastian era in scooter e stava effettuando una consegna per conto di Glovo quando si è scontrato con un’auto perdendo la vita. L’incidente è avvenuto nel rione Rovezzano, all’incrocio tra via de Nicola e via Gobetti. “Mio cugino era una persona prudente, studente e appunto lavoratore di sera, orfano di madre, un bravissimo ragazzo onesto” scrive sui social Gabriele Galassi.

Il suo Honda Sh ha impattato contro una Land Rover per cause che sono in corso di accertamento da parte della polizia locali. Il conducente alla guida dell’auto è stato denunciato per omicidio stradale e la sua posizione è al vaglio dell’autorità giudiziaria che ha disposto l’autopsia sul corpo del 26enne, portato in codice rosso in ospedale dove poi è deceduto nella mattinata di domenica in seguito alle gravi ferite riportate.

Un incidente che riaccende i riflettori sui rischi e le condizioni economiche svantaggiose in cui sono costretti a lavorare i rider. In seguito all’incidente i sindacati Filcams-Filt-Nidil Cgil hanno proclamato uno sciopero di 24 ore dei rider fiorentini per il 5 ottobre. In attesa che venga cristallizzata la dinamica dell’incidente e vengano accertate eventuali responsabilità, esprimono “profondo dolore e vicinanza alla famiglia” e “tanta rabbia” per “un’altra morte inaccettabile, in un settore dove la sicurezza sul lavoro è ancora troppo spesso un diritto da conquistare, così come salari dignitosi e diritti tante volte sono una chimera, all’interno di un sistema che spinge alla produttivita’ a discapito delle tutele”.

Cordoglio anche da parte del sindaco di Firenze Dario Nardella che su social fa la triste conta dei morti: “E’ l’ennesimo caduto sul lavoro, ma ciò che fa più rabbia è l’ennesimo rider morto mentre correva per rispettare i tempi di consegna. Come Willy a Livorno, Roman Emiliano sul Terragno, Romulo a Montecatini. Zero tutele, ritmi insostenibili, pochi diritti. Da anni a Firenze ci battiamo per la dignità di tutti i lavoratori e dei riders in particolare. Lanciati in bici o in moto” per “una corsa per pochi euro”, che “costa la vita. Tutto questo e’ abominevole”.

Dure le parole del governatore toscano Enrico Giani: “Le indagini faranno il loro corso ma nessuno potrà portare in vita il giovane Rider che è morto sul lavoro. Nel suo ricordo abbraccio la sua famiglia e i tanti colleghi. Il comfort degli utenti non può essere pagato con le mancate tutele dei Rider: tutti noi dobbiamo cambiare mentalità e chiedere uniti al nuovo Parlamento di intervenire in fretta arrestando il numero dei tanti, troppi, lavoratori morti”.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.