Giustizia
Separazione delle carriere: così il centrodestra nemico delle procure finisce per rafforzarle

È un susseguirsi di invettive contro la riforma Nordio sulla separazione delle carriere. L’ANM ha finanche indetto lo sciopero dei magistrati per il 27 febbraio e invita alla protesta dei magistrati all’imminente inaugurazione dell’anno giudiziario, con l’uscita dei magistrati dalle Aule di Giustizia con la Costituzione in mano quando parlerà il rappresentante del Governo.
Costituzione violata?
La riforma ha iniziato il cammino secondo le procedure costituzionali (art. 138 Cost.). Per ora approvata solo in prima lettura dalla Camera. Dovrà poi esserci l’approvazione del Senato. Poi, una seconda lettura di entrambe le Camere. E il referendum, perché sarà una riforma probabilmente approvata in seconda lettura non con il 75% dei voti parlamentari.
È eversiva?
I detrattori evocano i fantasmi di Berlusconi o peggio di Gelli. La riforma – per chi come me pensa che occorra arrivare all’Avvocato dello Stato – è addirittura modesta. Il Pubblico Ministero resta Magistrato. Solo che farà il magistrato dell’Accusa e non potrà fare in altri momenti della sua carriera il Magistrato Giudicante. Ci saranno due CSM, un Consiglio Superiore della Magistratura Giudicante e un Consiglio Superiore della Magistratura Requirente. Entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica. Oggi esiste un solo CSM presieduto dal Presidente della Repubblica. Ci sarà poi un’Alta Corte disciplinare, unica per entrambi, Giudici e PM. Quello che cambierà sarà che Giudici e PM non saranno più colleghi a tutto tondo, ma resteranno sempre colleghi. E qui sta il paradosso, il peso istituzionale dei PM sarà rafforzato dalla Riforma e il centro-destra, ‘nemico delle Procure’, avrà in realtà rafforzato le Procure.
La fine delle correnti politiche?
Il punto è che il ddl Nordio contiene una riforma indigesta a un certo modo di fare politica. Al di là dei componenti istituzionali dei due CSM, gli altri componenti saranno eletti a sorte, per un terzo tra professori e avvocati e per gli altri due terzi a sorte tra magistrati giudicanti e magistrati requirenti. I detrattori non lo possono dire, ma potrebbe essere la fine delle correnti politiche in seno alla magistratura, con il CSM eletto non più con i metodi svelati dall’ex Palamara. La scelta a sorte non è il bene, perché non è detto che ‘a sorte’ vengano scelti i magistrati migliori per l’autogoverno degli stessi magistrati, ma sarà il male minore rispetto a un certo spettacolo che la magistratura ha dato di sé stessa.
L’avvocato dell’Accusa
Agli avvocati dovrebbe però interessare altro: avere la parità dell’Accusa e della Difesa davanti al Giudice. L’Avvocato dell’Accusa come nel sistema anglosassone. Ma apriti cielo, questa sarebbe la vera Riforma: gli Avvocati della Difesa non avrebbero più di fronte due Magistrati, ma si confronterebbero tra Avvocati su sponde parallele con un Giudice terzo e non collega di una delle due parti. Questa sarebbe la riforma necessaria, siamo quindi ancora piuttosto lontani dall’obiettivo.
Processi sempre lenti
Altro aspetto è che la riforma Nordio non c’entra con l’accelerazione dei processi, che merita altri interventi e che neppure la riforma Cartabia riuscirà a risolvere, se non in minima parte. Non si può certo tornare al Giudice Istruttore, come auspicato da alcuni autorevolissimi avvocati, ipotesi che sarebbe un clamoroso passo indietro rispetto alla ‘parità di armi’. E, purtroppo, in questi giorni, anche uno strumento utile, come l’informatizzazione del sistema penale della giustizia, sta rivelando gravissimi problemi, soprattutto per gli avvocati. Anche lì si sta assistendo a un differente trattamento tra gli accessi per i magistrati, sia giudicanti che requirenti, e la minore considerazione dei diritti di accesso degli avvocati della difesa, che poi si risolve nello svilimento del diritto di difesa di tutti i cittadini e questo sì è un attacco a un diritto fondamentale della nostra Costituzione.
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